Renzo GUBERT – Chi è?

Nato a Primiero l’11 agosto 1944, primo di dieci figli, padre primierotto (Turra di Pieve la nonna) e madre “fiamaza” (Delmarco di Castello il nonno e Paluselli di Panchià la nonna), famiglia di piccoli contadini in affitto, con il padre che, per necessità, lascia il lavoro agricolo a moglie e figli e fa il manovale stagionale nell’edilizia.

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Anticostituzionale ammettere come candidato Presidente chi ha svolto il mandato per due legislature?



Egregio Direttore,

giustamente nell’editoriale del 20 maggio mette in evidenza la portata istituzionale e politica della decisione del Governo nazionale (la sua maggioranza) di impugnare presso la Corte Costituzionale la recente legge provinciale che consente la presentazione alle elezioni a Presidente della Giunta Provinciale di chi abbia già ricoperto tale ruolo per due mandati. Pronunce della Corte Costituzionale non solo per regioni ad autonomia ordinaria, ma anche per regioni a autonomia speciale preannunciano criteri di valutazione della Corte che ritengano la possibilità di concorrere a un terzo mandato i capi dell’esecutivo per comuni non piccoli e regioni una lesione di un principio fondamentale costituzionale, quello della democrazia, alterando l’equilibrio tra poteri che garantisce la democraticità. L’argomentazione appare assai poco convincente. Le leggi elettorali sono state cambiate più volte, con passaggi da un sistema proporzionale a uno maggioritario, anche con collegi plurinominali o uninominali, e con passaggi dall’elezioni indiretta dei capi dell’Esecutivo alla loro elezione diretta. Si è passati da sistemi elettorali che davano massimo valore alla democraticità sempre sottoposta a verifica politica ad altri che davano massimo valore all’autonomia decisionale dei capo eletto per l’intera durata poliennale del mandato, con la sola possibilità di far pagare l’eventuale sfiducia dei consigli legislativi con lo scioglimento di questi. Non si può dire che le innovazioni introdotte nei sistemi elettoriali e di governo non abbiano cambiato l’equilibrio dei poteri. Il disegno di legge governativo sull’introduzione dle “premierato” accentuerebbe, se approvato, tale cambiamento. Eppure la Corte Costituzionale non ha mai dichiarato incostituzionale il sistema maggioritario o l’elezione diretta dei capi degli esecutivi. Eppure l’introduzione di tali sistemi hanno modificato gli equilibri democratici ben più di quello che può fare il consentire a un capo dell’esecutivo di presentarsi agli elettori dopo due mandati.

La seconda questione che la decisione governativa evidenzia è quella della lesione dell’autonomia speciale. Il Governo ha appena presentato la proposta di modifica dello Statuto per recuperare all’autonomia competenze che Governo nazionale e Corte Costituzionale hanno sottratto a Province e Regione a seguito di sentenze “centraliste” ed ora ricasca nello stesso “vizio”. Difficile sostenere che la competenza primaria in materia di elezioni proprie escluda quella di regolare i sistemi elettorali. Basti pensare alle differenze di sistema elettorale e di elezione del Presidente tra Trentino e Alto Adige Suedtirol. Se avesse fondamento il richiamo a una lesione del principio costituzionale della democraticità si sarebbe violato un limite all’autonomia, ma come appena evidenziato ciò non è. Se così fosse, perché il divieto di terza candidatura è stato da poco tolto per i comuni piccoli? Forse che i condizionamenti di chi gestisce il potere non sono possibili nei piccoli comuni? Evidente che il ricorso del Governo nasce da ragioni politiche, che il suo editoriale ha messo in evidenza. La “debolezza” dei convincimenti autonomisti del maggiore partito della coalizione governativa riemerge in modo troppo chiaro.

Cordiali saluti,

Renzo Gubert


L’Adige non ha finora pubblicato la lettera inviata il 20 maggio

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