Renzo GUBERT – Chi è?

Nato a Primiero l’11 agosto 1944, primo di dieci figli, padre primierotto (Turra di Pieve la nonna) e madre “fiamaza” (Delmarco di Castello il nonno e Paluselli di Panchià la nonna), famiglia di piccoli contadini in affitto, con il padre che, per necessità, lascia il lavoro agricolo a moglie e figli e fa il manovale stagionale nell’edilizia.

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Manipolazioni delle dichiarazioni di Papa Francesco

di il 25 Febbraio 2016 in etica pubblica con Nessun commento

Titoli e contenuti dei giornali e delle TV parlano di alcune risposte che Papa Bergoglio ha dato in aereo durante il suo viaggio di rientro dal Messico. Il Papa avrebbe detto, con riferimento al candidato alle primarie negli USA Trump, che “chi alza muri non è cristiano”. Parrebbe una condanna a ogni politica che cerchi di limitare i flussi migratori. In realtà il Papa ha detto che non è da cristiani pensare “solo” ad alzare muri. Vale a dire, un cristiano può pensare ad alzare muri, ma deve pensare anche ad aprire ponti. E del resto non può che essere così: ogni collettività politicamente organizzata deve poter controllare i flussi attraverso i suoi confini, il che richiede muri (di qualche genere) non valicabili e varchi (i ponti) nei quali filtrare entrate e uscite. Se così non fosse, non sarebbe cristiano neppure mantenere i muri che circondano il Vaticano.

Altra “pronuncia” papale, secondo quanto riportano i media: “sulla legge Cirinnà il Papa non si immischia nella politica italiana”, che alcuni trasformano in “la Chiesa non si immischi nella politica italiana”; si omette di dire che il Papa ha anche detto che ha lasciato ai vescovi italiani (Conferenza episcopale italiana, presieduta dal cardinale di Genova Bagnasco) la responsabilità di prendere posizioni al riguardo, dato che il Papa ha una responsabilità universale. Il che è vero, iscrivendosi l’affermazione di Papa Bergoglio nella valorizzazione delle responsabilità dell’episcopato. Il contenuto, quindi, della dichiarazione nella sua completezza è assai diverso da quello diffuso dai media.

Terza pronuncia, che i media raccontano così: “il Papa apre alla contraccezione”. I più tacciono sulla condanna durissima dell’aborto (chiesto anche da organismi dell’ONU per evitare il rischio di malformazioni dei feti in relazione al virus Zika), male “maggiore” che in casi estremi (come già fece Paolo VI) fa preferire il male “minore” della contraccezione. Tutt’altra cosa che “aprire alla contraccezione” senza ulteriori considerazioni. Va da sé che la scelta del “male minore”, che resta “male”, è legittima moralmente quando si deve scegliere tra “mali inevitabili”. Che si possa normalmente evitare una gravidanza senza ricorrere a contraccettivi è noto da tempo.

Non sembra che si ponga anche per i giornalisti una “questione morale”, quella di dire solo la verità e tutta la verità, senza deformare in funzione dei propri (o dell’editore) desiderata?

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