Renzo GUBERT – Chi è?

Nato a Primiero l’11 agosto 1944, primo di dieci figli, padre primierotto (Turra di Pieve la nonna) e madre “fiamaza” (Delmarco di Castello il nonno e Paluselli di Panchià la nonna), famiglia di piccoli contadini in affitto, con il padre che, per necessità, lascia il lavoro agricolo a moglie e figli e fa il manovale stagionale nell’edilizia.

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Archivio per Agosto, 2020

Renzo Gubert candidato DC lista Unione dei Democratici Cristiani alle elezioni comunali di Trento. Breve curriculum

di il 30 Agosto 2020 in elezioni con Nessun commento

Nato a Primiero nel 1944, risiede a Primiero San Martino di Castrozza e ha domicilio a Trento, Grotta di Villazzano. Primo di dieci figli, padre prima piccolo agricoltore e poi manovale edile, primierotto e madre della Val di Fiemme, orfana da bambina (padre morto sul lavoro da boscaiolo), casalinga e contadina. Quinta elementare e medie in Seminario diocesano a Trento, due anni da garzone a Primiero e poi diploma di ragioniere al Tambosi di Trento. Laureato con lode in Sociologia a Trento col prof. Franco Demarchi nel 1969, si perfeziona alla Cattolica di Milano (1969-73) e a New York (CUNY), nel 1972. Sposato con Maria Silvia Zecchini, professoressa di scienze naturali, i suoi originari della val di Ledro. Nove figli e finora 13 nipoti da cinque figli sposati. Un figlio, dottore di ricerca di sociologia, è carmelitano. Professore ordinario dal 1980, ha insegnato Sociologia (corso avanzato) all’Università Cattolica di Milano fino al 1982 e Sociologia urbano-rurale, poi Istituzioni di Sociologia II e da ultimo Sociologia delle comunità locali all’Università di Trento fino al 2019, salvo il periodo di aspettativa per mandato parlamentare. Per due mandati Direttore del Dipartimento di Teoria Storia e Ricerca Sociale presso la stessa università. Vicepresidente dell’Opera Universitaria e membro del Consiglio di Amministrazione dell’Università di Trento in rappresentanza dei professori ordinari per due mandati. Già vicepresidente dell’Associazione Italiana di Sociologia. Ha condotto numerose ricerche in Italia e all’estero, pubblicandone i risultati, su temi quali le aree di confine, le minoranze etniche, lo sviluppo delle aree montane, la condizione giovanile, l’autonomia, l’identità trentina, il sentimento di appartenenza territoriale, i valori in Italia, in Europa, in Cina, nel Sud-est asiatico, in Uganda, in Brasile e in Argentina. Ha svolto funzioni di consulenza, tra le altre, alla Provincia di Bolzano su temi della condizione giovanile e sulla domanda di bilinguismo, alla Provincia di Trento sulla prima lavorazione del legno e sui boscaioli, al Comprensorio delle Giudicarie sul Piano di sviluppo, al Comprensorio della Vallagarina sul piano per i centri storici minori, al Comune di Trento per il Piano del centro storico, alla Federazione provinciale delle scuole materne per la formazione dei gestori. E’ stato, tra gli altri, nel Comitato scientifico dell’Accademia Europea di Bolzano e Presidente del Comitato scientifico dell’Istituto di Sociologia Internazionale di Gorizia. Impegnato in associazioni cattoliche, è stato Presidente in Trentino della FUCI-AUCT e dell’Associazione Trentina della Famiglia, nonché responsabile provinciale del Sindacato delle Famiglie. Per molti anni Presidente della cooperativa per studenti universitari “Villa Pisoni” a Malga Fosse di Sotto a San Martino di Castrozza. Tra i fondatori in Trentino del Movimento per la Vita. Impegnato nel Movimento Popolare in Trentino. Ultimo segretario della Democrazia Cristiana Trentina dal 1992 al 1994, è stato responsabile provinciale del PPI e dei CDU nel cui Esecutivo nazionale è stato il responsabile dei settori Politiche sociali, Istruzione e ricerca e Famiglia. Attualmente è Presidente del Centro Popolare, che ha stabilito dal 2019 una forma stabile di collaborazione con la Democrazia Cristiana, per la riattivazione della quale si è impegnato a livello nazionale dal 2012, diventandone nel 2019, poco dopo il XIX Congresso del 2018, Presidente del Consiglio Nazionale. E’ stato consigliere comunale capogruppo DC a Tonadico e a Fiera di Primiero, assessore all’Urbanistica del Comprensorio di Primiero, parlamentare dal 1994 al 2006 ( prima nel PPI, poi nei CDU, nell’UDR, nel Il Centro-UPD e ultimamente nel gruppo UDC). Ha lavorato nelle Commissioni Agricoltura, Bilancio, Difesa (con il ruolo di vicepresidente) Questioni regionali, Infanzia (con il ruolo di vicepresidente). E’ stato membro dal 2001 al 2006 dell’Assemblea Parlamentare del Consiglio d’Europa e Presidente della sua Commissione Ambiente, Agricoltura e Poteri Locali e Regionali. Presidente dell’Associazione parlamentare Amici della Cina negli anni del mandato parlamentare (ed ora Presidente onorario), ha guidato in Cina numerose missioni parlamentari ed è stato insignito di onorificenza governativa cinese “Amico della Cina” al primo suo conferimento. Attuale professione: micro-agricoltore e micro-allevatore a Primiero e a Trento per un’alimentazione familiare a “chilometri zero” e ricercatore per passione sui dati delle indagini sui valori.30 Agosto 2020

A quando lo sblocco della causa di beatificazione di Alcide Degasperi da parte del vescovo di Trento?

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ome ormai da molti anni, il Centro Studi su Alcide Degasperi di Borgo Valsugana, presieduto in questi anni dall’on. Aldo Degaudenz, ha organizzato a Borgo la Santa Messa in suffragio di Alcide Degasperi proprio nell’anniversario (66 anni) della morte, il 19 agosto. Di solito prima della Messa organizzava un’iniziativa culturale su Degasperi “uomo e cristiano”. Prima ancora erano parlamentari del CDU, Buttiglione e parlamentari CDU in Trentino, con la partecipazione dell’on. Ebner, eurodeputato del PPE, a organizzare nell’occasione un incontro politico sulle prospettive di impegno politico ispirato al pensiero sociale cristiano, richiamando la figura di Degasperi. Causa Covid 19 quest’anno il Centro ha rinunciato all’incontro culturale. Tuttavia la celebrazione della Messa da parte dell’arcivescovo di Trento, mons. Lauro Tisi non ha mancato di esprimere con forza le qualità umane e cristiane di Alcide Degasperi, quest’anno valendosi, accentuando qualche tono, anche della bellissima “lectio magistralis” tenuta, per iniziativa della Fondazione Trentina Alcide Degasperi, il giorno 18 a Pieve Tesino da parte della Presidente della Corte Costituzionale prof. Marta Cartabia.

Un tempo erano il fratello dell’arcivescovo Sartori, postulatore della causa di beatificazione, e mons. Costa, di Borgo, a tenere l’omelia, illustrando soprattutto le doti cristiane di Alcide Degasperi. Poi fu direttamente mons. Bressan, arcivescovo, a farlo, pur con toni meno forti. Da buon diplomatico sapeva, infatti, che non poteva entrare in contraddizione con il fermo che la causa di beatificazione di Degasperi aveva subito proprio da parte sua, ordinario della diocesi, di fronte alle riserve e contrarietà espresse dalle autorità ecclesiali della diocesi di Bolzano-Bressanone per motivi esclusivamente “politici” (le decisioni del patto Degasperi- Gruber avrebbero sacrificato, con inganno (?), l’autonomia sudtirolese, inserendola nel “quadro regionale” che comprendeva anche il Trentino).

Tutt’altro il taglio delle omelie di mons. Tisi, fin dall’inizio del suo magistero episcopale. Gli accenti volti a evidenziare le virtù eccezionali di Alcide Degasperi, innanzitutto come cristiano e poi come uomo e come politico, sono stati sempre forti. Nell’omelia ultima, alla domanda lasciata aperta dalla prof. Marta Cartabia sull’origine in Degasperi della sua eccezionale capacità umana e politica di portare in porto la Costituzione e di governare “dal centro”, inteso come capacità di fare sintesi delle varie posizioni, mons. Tisi, come penso molti dei democratici cristiani presenti a Pieve e a Borgo per la Messa, dà la risposta: le virtù umane e politiche di Degasperi venivano dal suo vivere il Vangelo di Gesù Cristo, pur con il contributo di altri elementi umani, richiamati nella “lectio” come il suo essere “uomo di confine”.

Non è la prima volta che, di fronte a una posizione forte di mons. Tisi, gli venga posta la domanda del perché, di fronte alle eccezionali virtù umane e cristiane di Alcide Degasperi, non provveda a sbloccare la causa di beatificazione nella sua fase preliminare diocesana. Il 19 scorso il contrasto fra ciò che viene detto e ciò viene fatto sulla causa di beatificazione era così evidente che per un attimo mi è venuta la tentazione di imitare Paolo Sorbi (che aveva tutt’altre motivazioni), gridandolo in chiesa. Ma dopo la messa, sul sagrato della chiesa, non ero l’unico a rilevare la contraddizione. Possibile che motivi etnico-politici, tra l’altro presenti in un’altra diocesi, si sacrifichi la segnalazione alla comunità cristiana, almeno per la fase preliminare diocesana, delle straordinarie virtù umane e cristiane di un uomo politico, certamente di rilievo nazionale ed europeo? La comunità cristiana, anche diocesana, è frantumata politicamente. E non solo per differenze di valutazione sui problemi, ma anche sul senso stesso dell’impegno politico. Dei documenti al riguardo del Concilio Vaticano II nessuno più parla. Basta celebrare Degasperi nelle omelie una volta l’anno? Spero che mons. Tisi ripensi la sua scelta e faccia proseguire il cammino delle procedure canoniche previste. La DC nazionale ha deciso di sostenere tale cammino.

Pubblicato dal Trentino

Sinistra e destra: osservazioni a Vincenzo Passerini

di il 28 Agosto 2020 in partiti politici con Nessun commento

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Sul Trentino di giovedì 27 agosto Vincenzo Passerini torna sulla questione delle grandi disuguaglianze economiche, soprattutto a scala globale, evidenziando come solo la sinistra politica tende ad eliminarle, mentre la destra fa l’opposto, ossia le favorisce e le valorizza in quanto “motori della storia”. Si tratterebbe di una differenza ineliminabile fra destra e sinistra, legata al fatto che per la prima esse sono “naturali” , mentre per la seconda sono un prodotto dell’organizzazione economica e politica, cambiando la quale le disuguaglianze possono venir rimosse.

Può sorprendere che dopo i fallimenti di tentativi utopistici e quelli ben più pesanti dei regimi comunisti vi sia ancora qualcuno che ripropone pari pari l’ideologia di Marx ed Engels, che è stata la base dei tentativi di Lenin, Stalin, Mao Tse Tung di realizzare quei cambiamenti strutturali socio-economici che avrebbero prodotto l’uguaglianza, non facendosi scrupoli di usare la violenza e lo sterminio di intere categorie di persone per realizzarli. Forse Vincenzo Passerini, nella foga del sostenere la sinistra in prossimità delle prossime elezioni, si è lasciato prender la mano, riprendendo posizioni tipiche del “sessantottismo” più acritico, per cui le colpe sono del “capitalismo”, che va combattuto come il sistema che genera il massimo “male” sociale.

Anche depurato da riminiscenze sessantottine marxisteggianti, l’intervento di Passerini sollecita ulteriori riflessioni. La prima è la riduzione dello spazio politico alla contrapposizione di destra e sinistra. Da ricerche ripetute la distribuzione delle persone in merito alle preferenze politiche non è dicotomica, ma lungo un continuum, che vede la maggiore concentrazione sulle posizioni centrali, a “campana”. Ed è proprio questa preponderanza del centro che consente di combinare la libertà che consente alle diversità di esprimersi e la solidarietà di evitare che una libertà senza regole e limiti generi disuguaglianze eccessive negative per il buon funzionamento di una società. Il movimento cattolico e quello socialdemocratico sono stati e sono la traduzione politica di queste posizioni di conciliazione, che consentono di beneficiare del dinamismo della libertà e del suo temperamento grazie a solidarietà, istituzionalizzata e non. E si è trattato e si tratta di una scelta, non di un ripiego perché cambiare le strutture economiche è difficile, come afferma Passerini.

Una seconda riflessione riguarda l’enfasi che Passerini e la sinistra che egli desidera danno alla disuguaglianza misurata in entità del patrimonio (e del reddito). La misura dovrebbe essere in “qualità della vita”, della quale patrimonio e reddito sono solo dei componenti. E’ un limite diffuso a ogni livello delle organizzazioni che si occupano di economia, ma che dovrebbe essere evidenziato, come già tenta di fare l’ONU. Continuare a fare del PIL il criterio di giudizio su uguaglianza o disuguaglianza della qualità della vita è un cadere in un economicismo che chi ha una concezione umanistica della qualità della vita dovrebbe evitare. E allora de disuguaglianze potrebbero avere altri sapori e la sapienza biblica, e non solo, dello stato “medio” e della temperanza potrebbe insegnare qualcosa anche nel valutare la qualità della vita di chi ha troppo, magari rendendolo infelice o asservito al denaro e al possedere, come nel valutare quella di chi vive senza grandi patrimoni. Ricordo la mia famiglia di origine, come tante altre, povera di mezzi economici, ma ricca di altre cose che contano. Senza invidie sociali.

Da ultimo una riflessione sull’affermazione di Passerini che il voler ridurre le tasse “vuole aumentare le disuguaglianze”. Dottrinarismo, che dimentica la variabile interveniente più importante, la qualità nell’uso dei proventi della tassazione. Si può ridurre le tasse e migliorare la qualità della vita anche di chi è povero e si possono aumentare le tasse e spendere il ricavato in modo da peggiorare la qualità della vita di chi ha più necessità di aiuto. Troppe tasse inaridiscono la fonte del prelievo fiscale. In effetti la sinistra non lo vuol capire, come per contro senza risorse pubbliche manca uno degli strumenti della solidarietà. L’equilibrio, ancora una volta, sta nelle politiche di centro.

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