Renzo GUBERT – Chi è?

Nato a Primiero l’11 agosto 1944, primo di dieci figli, padre primierotto (Turra di Pieve la nonna) e madre “fiamaza” (Delmarco di Castello il nonno e Paluselli di Panchià la nonna), famiglia di piccoli contadini in affitto, con il padre che, per necessità, lascia il lavoro agricolo a moglie e figli e fa il manovale stagionale nell’edilizia.

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Per due sindaci corso di formazione su economia montana e presenza lupi

lettera non pubblicata da l’Adige

Caro Direttore,
L’Adige del 1° febbraio pubblica due interviste ai due sindaci di Folgaria e di Brentonico, comuni nei quali i lupi hanno fatto “cronaca”. Se mi consente, vorrei mettere in evidenza l’insufficienza delle loro posizioni sul problema lupi, posizioni che posso così riassumere:
1. attenzione agli interessi degli allevatori con sostegni a sistemi protettivi e rapidità nel pagamento da parte della Provincia dei danni subiti:
2. abbattimento dei lupi problematici;
3. campagna di informazione che tranquillizzi la popolazione, non usando il lupo attaccare l’uomo.
Ciò che colpisce, soprattutto da parte di sindaci di comuni di montagna con ampie superfici a prato e pascolo, è la totale non considerazione dei danni del lupo non immediati, ma nel giro di pochi anni, e non ai soli allevatori, ma all’intera popolazione e all’economia di montagna. In un’intervista a una TV locale il neo Presidente dell’Associazione Allevatori del Trentino, Giacomo Broch, ha insistito con argomentazione appropriate sullo scoraggiamento che la presenza dei lupi esercita sulla pratica di pascolo e indirettamente di taglio dell’erba delle piccole superfici a prato un tempo definite “maggenghi”. I rimedi che i due sindaci hanno ripetuto da dichiarazioni di enti e associazioni animaliste sono solo palliativi assai poco efficaci. I lupi scavalcano reti elettrificate anche le più alte oggi in produzione; il terreno irregolare assai frequente in montagna rende poi più facile il superamento della rete. Nessun allevatore trentino continuerà ad allevare e curare animali per la previsione di rimborso, anche rapido, delle predazioni subite; se le cose non cambiano, pochi anni di pazienza nell’attesa che la situazione cambi e poi smetterà. Le campagne informative hanno scarsa efficacia nel produrre il convincimento dell’innocuità per l’uomo di branchi di lupi affamati, e sempre più affamati quanto più, senza nemici, si moltiplicano rapidamente. Se poi un lupo è problematico o meno lo si sa solo dopo che ha compiuto aggressioni. La storia di Cappuccetto Rosso nessuno se la sarebbe inventata se fosse certo e impensabile che dei lupi affamati (o semplicemente cacciatori per istinto e divertimento) non aggredirebbero mai un essere umano, specie se non in grado di difendersi, come un bambino o un anziano o un handicappato nei movimenti.
Folgaria e Brentonico sono comuni montani ad alto sviluppo turistico. Tutti gli esperti di turismo vedono nella cura dell’ambiente rurale montano un fattore attrattivo. L’inselvaticamento delle valli osservabile in molta parte delle Alpi occidentali, specie francesi, ha ridotto l’attrattività turistica alle grandi stazioni alberghiere d’alta quota per gli sport invernali. Forse la campagna informativa della Provincia andrebbe fatta per i sindaci dei comuni montani, incapaci di vedere le conseguenze future dell’aver tolto ai lupi l’unico “vertice” che ne controlla la diffusione e che per secoli e millenni era stato l’uomo.
Cordiali saluti,
Renzo Gubert (allevatore a tempo parziale di asini e capre, già segretario della Commissione Agricoltura della Camera dei Deputati, già Presidente della Commissione Agricoltura, Ambiente ed Enti locali dell’Assemblea Parlamentare del Consiglio d’Europa, già professore ordinario all’Università di Trento di Sociologia urbano-rurale e professore a contratto di Sociologia delle Comunità locali)

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