Renzo GUBERT – Chi è?

Nato a Primiero l’11 agosto 1944, primo di dieci figli, padre primierotto (Turra di Pieve la nonna) e madre “fiamaza” (Delmarco di Castello il nonno e Paluselli di Panchià la nonna), famiglia di piccoli contadini in affitto, con il padre che, per necessità, lascia il lavoro agricolo a moglie e figli e fa il manovale stagionale nell’edilizia.

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Renzo Gubert

Renzo Gubert

1. FORMAZIONE

1950-1954 primi quattro anni di scuola elementare, a Tonadico (Trento)
1954-55 Quinto anno di scuola elementare con preparatoria per l'esame di ammissione alle scuole medie presso il Seminario Minore Arcivescovile di Trento
1955-58 Scuola media presso il Seminario Minore Arcivescovile di Trento
1958-60 lavori temporanei a Tonadico e a Fiera di Primiero in qualità di garzone in esercizi commerciali e in impresa artigiana
1960-65 Diploma di ragioniere e perito commerciale presso l’Istituto Tecnico Commerciale A.Tambosi di Trento (media dei voti esame di diploma 8,2/10)
1965-69  Corso di laurea in Sociologia a Trento con tesi su “Teoria sociologica e dimensione spaziale” (relatore prof. Franco Demarchi) con voto 110/110 e lode
1969-73  Borsa di perfezionamento del Ministero della Pubblica Istruzione in sociologia presso la Facoltà di Scienze Politiche dell'Università Cattolica di Milano
1972  Corso di perfezionamento di metodologia della ricerca presso il Graduate Center della City University di New York (prof Edgar F.Borgatta)

2. CARRIERA ACCADEMICA E ATTIVITA' DIDATTICA

1973-74  Assistente incaricato di sociologia urbano-rurale nell'Università di Trento
1974-82  Professore incaricato di Sociologia (corso superiore) alla Facoltà di Scienze Politiche dell'Università Cattolica di Milano
1974-80  Professore incaricato di Sociologia urbano-rurale alla Facoltà di Sociologia dell'Università di Trento.
1976-80  Assistente di ruolo di Sociologia dei fenomeni politici (fino al 1977) e successivamente di Sociologia urbano-rurale alla Facoltà di Sociologia dell'Università di Trento
1980-92  Professore ordinario di Sociologia urbano-rurale alla Facoltà di Sociologia dell'Università di Trento
1990  Maitre de Conférence invité, all'Ecole des Hautes Etudes en Sciences Sociales, Paris
1992-2001 Professore ordinario di Istituzioni di sociologia II alla Facoltà di Sociologia dell'Università di Trento (dal 1994 al 2001 in aspettativa per mandato parlamentare) Dal 2001 in pensione.
 2007-2018 Professore a contratto di Sociologia delle comunità locali alla Facoltà di Sociologia e poi Dipartimento di Sociologia e Ricerca Sociale dell’Università di Trento.

3. ALTRE ATTIVITA' DIDATTICHE

1965-67 Insegnante presso l'ENALC di Trento
1967-69 Insegnante di matematica e osservazioni scientifiche alla sezione Seminario Minore di Trento dell'Istituto Sacro Cuore
1974-80 nel periodo; insegnante di sociologia sanitaria e di statistica presso la Scuola per Infermieri dell' Ospedale Civile Santa Chiara di Trento; professore nei corsi di sociologia presso il Carcere di Trento e relatore di tesi di laurea di un ergastolano
 1981 Co-direzione del Corso su “La pianificazione dei centri storici”,  in collaborazione con Istituto Universitario di Architettura di Venezia e Provincia Autonoma di Trento (19/3 – 29/6/1981)
1981-82 Direzione del Corso residenziale su “La metodologia della ricerca come strumento di programmazione degli interventi sociali”, Centro di Cultura dell’Università Cattolica – Passo della Mendola (Trento) (29/6-5/7/1981 e 12 – 18/7/1982)
2009–2011 Seminari di credito su “L’analisi fattoriale”, Facoltà di Sociologia Università di Trento
2016 collaborazione didattica con UNIMONT (Edolo), Università Statale di Milano, 30 novembre, lezione su "Politiche per la montagna dal livello nazionale a quello locale e impatto sulla società"

4. RICERCA SCIENTIFICA
4.1 INTERESSI PRINCIPALI

Valori
Appartenenze territoriali ed etniche
Emigrazione
Sviluppo e Mutamento Sociale nelle scale locale, nazionale, europea e nei paesi economicamente in via di sviluppo
Pianificazione territoriale

4.2 COLLABORAZIONI DI RICERCA PLURIENNALI (EXTRA-UNIVERSITARIE)
1969-1976 Collaboratore dell’Istituto di Sociologia Internazionale di Gorizia
1984-1994 Collaboratore della Federazione Provinciale delle Scuole Materne di Trento
 
5. PUBBLICAZIONI
 
5.1 VOLUMI
 
 La situazione confinaria, Lint, Trieste, 1972, pp.532
 
 L'identificazione etnica. Indagine sociologica in un’area plurilingue del Trentino – Alto Adige, Del Bianco, Udine, 1976, pp.520
 
 La città bilingue, ICA, Bolzano, 1978, pp.229
 
Strutturazione sociale dello spazio urbano e crisi della città, Alcione, Trento, 1979 pp.63
 
Per la tutela delle minoranze linguistiche presenti sul territorio nazionale, Centro di Cultura A.Rosmini, Trento, 1981
 
Educazione permanente, Provincia Autonoma di Bolzano, Bolzano, 1991, pp.115

La differenziazione territoriale dei valori tra regionalità, nazionalità e sovranazionalità. I casi delle aree culturali italiana e tedesca in Europa nei primi anni del Duemila/ Die territoriale Differenzierung der Werte zwischen Regionalitaet, Nationalitaet und Supranationalitaet. Der italienische und deutsche Kulturraum in Europa dei Jahrhundertwende, Dunker&Humblot, Berlin, 2018, pp.390
 
 
5.2 VOLUMI CON CO-AUTORI
 
S.Goglio, R.Gubert, G.Pola, Sulle dimensioni ottimali di produzione di alcuni servizi di competenza della Provincia Autonoma di Trento, Libera Università degli Studi di Trento – Dipartimento di Organizzazione del Territorio, Trento, 1976
 
R.Gubert, A.Gorfer, U.Beccaluva, Emigrazione trentina, Manfrini, Calliano, 1978  (di Gubert L’emigrazione trentina: verso una sua analisi sociologica, pp.9-28)
 
S.Goglio, R.Gubert, A.Paoli, Etnie tra declino e risveglio, Angeli, Milano, 1979 (di R.Gubert, Solidarietà etnica e dimensione spaziale, pp.160-213
 
R.Gubert, G.Pollini, G.Rovati, Giovani, socialità e cultura, Provincia Autonoma di Bolzano, 1984, pp.513 (di Gubert i capitoli 2°, 3°, 4°, 5°, 6° e le Conclusioni)
 
R.Gubert, G.Gadotti, La struttura socio-spaziale di Trento – Contributi sociologici alla pianificazione del centro storico, Angeli, Milano, 1986, pp.374 (di Gubert pp.13-294)
 
R.Gubert, A.Baldessari, S.Bonatta, Proverbi e cultura rurale nel Trentino oggi, Museo degli Usi e Costumi della Gente Trentina, San Michele all'Adige, 1986, pp.212 (di Gubert i capitoli III e IV, pp.103-109)
 
 P.Schiera, R.Gubert, E.Balboni L'autonomia e l'amministrazione locale nell'area alpina, Jaca Book, Milano, 1988, pp.744 (di R.Gubert: Parte II Il profilo sociologico, pp.155-443)
 
R.Gubert, G.Dalle Fratte, C.Scaglioso, L'altra faccia della scuola. Comunità e autonomia-un modello di gestione, Armando, Roma, 1988, pp.508 (di R. Gubert: Capacità di autonomia: un modello causale, pp.266-401)
 
A.A.V.V.,Die Minderheiten im Alpen-Adria-Raum, Alpen Adria, 1990
 
S.Abbruzzese, R.Gubert, G.Pollini, Italiani atto secondo. Valori, appartenenze, strategie per la II Repubblica, Guaraldi, Rimini, 1995 (di R.Gubert, cap.I, La politica, pp.13-34 e cap.III, Relazioni sociali e appartenenze, pp. 63-85)
 
R.Gubert, L.Struffi, P.Venturelli Christensen, Appartenenza territoriale e valori. I risultati delle indagini in Trentino, Angeli, Milano, 2013  (di R.Gubert cap. 1 I mutamenti di valori e sentimenti di appartenenza socio-territoriale in Trentino, pp. 11-69 e cap. 2 Il senso di appartenenza dei trentini alla provincia e alla regione alla fine del XX secolo: configurazione e rapporti con gli orientamenti di valore, pp.70-114)
 
 
5.3 CURA DI VOLUMI (con eventuali contributi)
 
F.Demarchi, R.Gubert, G.Staluppi (a cura di), Territorio e comunità, Angeli, Milano, 1983 (di R.Gubert, Il mutamento sociale nell’area montana, pp.147-170)
 
R.Gubert, L.Struffi L.(a cura di) Strutture sociali del territorio montano, Angeli, Milano, 1987, pp.257  (in esso di R. Gubert: L’appartenenza socio-territoriale nelle aree montane: verso un modello causale, pp.67-100)
 
G.Dalle Fratte, R.Gubert, C.Scaglioso (a cura di), L’altra faccia della scuola. Comunità e autonomia: un modello di gestione, Armando, Roma, 1988
 
R.Gubert (a cura di) Ruralità e marginalità, Angeli, Milano, 1989, pp.354 (di R.Gubert: Introduzione, pp.11-20 e cap 9° Conclusioni. Tre situazioni di marginalità rurale montana: un unico modello interpretativo?, pp.324-354)
 
R.Gubert (a cura di), La sfida dello sviluppo in una società pastorale. Karamoja, Uganda, Jaca, Milano, 1989, pp.433 (di R. Gubert: Introduzione pp.1-6, capitolo 9: Gli atteggiamenti verso la modernizzazione, pp.281-320, (con M.Viganò) Progetti di intervento in Karamoja: sviluppo “difficile” o interventi sbagliati? pp.323-379 e Conclusioni, pp.381-391
 
R.Gubert (a cura di), Educazione permanente. Situazione e prospettive riferite alla popolazione di lingua italiana. Sintesi dei risultati di una ricerca, Provincia Autonoma di Bolzano – Alto Adige – Assessorato all’Istruzione e Cultura in Lingua Italiana, Bolzano, 1989
 
R.Gubert (a cura di), Adulti e domanda di educazione Una ricerca in Alto Adige, Marcon, Città di Castello, 1991, pp.295 (di R.Gubert: parte IV  Domanda ed offerta in ordine all’educazione permanente nella provincia di Bolzano, pp.239-253)
 
R.Gubert, L.Tomasi (a cura di), L'influsso di F.Le Play e della sua scuola sulla sociologia contemporanea, Reverdito, Trento, 1991, pp.183 (di R.Gubert: Presentazione, pp.5-9)
 
R:Gubert, (a cura di), Persistenze e mutamenti dei valori degli italiani nel contesto europeo, Reverdito, Trento, 1992, pp.642 (di R. Gubert: Introduzione, pp.5-10, cap 8° Gli orientamenti socio-politici, pp267-346, e le Conclusioni, pp.569-578)
 
R.Gubert (a cura di), L'appartenenza territoriale tra ecologia e cultura, Reverdito, Trento, 1992, pp.585 (di R. Gubert: Introduzione pp.9-17, cap. 3° I caratteri generali degli intervistati e del loro legame socio-territoriale, pp.139-332, cap 7° Le dimensioni dell’appartenenza territoriale: verso un modello causale, pp.411-532). Edizione rivista e ridotta in lingua inglese: R.Gubert (ed.) Territorial Belonging between Ecology and Culture, University of Trento, Department of Sociology and Social Research, Trento, 1999; by R. Gubert, Introduction (pp.IX-XVI); The general features of interviewees and of their socio.territorial attachment, pp.61-158; The dimensions of territorial belonging: towards a causal model, pp.209-279
 
R.Gubert (a cura di), Per poco, per sempre. Volti, storie e ricordi dell’emigrazione primierotta, Provincia Autonoma di Trento, Trento, 1992, pp.230 (di R.Gubert: L’emigrazione da Primiero: uno sguardo generale sulla storia degli ultimi cento anni, pp.11-24)
 
R.Gubert, L.Tomasi (eds.), The contribution of Florian Znaniecki to sociological theory, Angeli, Milano, 1992, pp.183 (di R.Gubert, Introduction, pp.7-11)
 
R.Gubert (a cura di), Altri volti del Brasile, numero monografico di “Dimensioni dello sviluppo”, 1992, n.3-4 (di R.Gubert, Presentazione, pp.7-8)
 
R.Gubert (a cura di), Sociologia rurale – Land und Agrarsoziologie, Numero monografico di “Annali di Sociologia – Soziologisches Jahrbuch, 9, 1993 (di R.Gubert. Introduzione. Quale futuro per la sociologia rurale?, pp.7-17 e trad. ted.18-30)
 
R.Gubert, L.Tomasi (a cura di), Le catholicisme social de Pierre Gullaume Frédéric Le Play, Angeli, Milano, 1994 (di R.Gubert, Présentation, pp.7-9)
 
R.Gubert, L.Tomasi (eds.), Robert E. Park e la teoria del “melting pot” – Robert Park and the “melting pot” theory, Reverdito, Trento, 1994 (di R.Gubert, Presentazione, pp.9-11)
 
R.Gubert, L.Tomasi, (a cura di), Teoria sociologica ed investigazione empirica. La tradizione della Scuola sociologica di Chicago e le prospettive della sociologia contemporanea", Angeli, Milano, 1995, pp.360
 
R.Gubert (a cura di), Cultura e sviluppo. Un'indagine sociologica sugli immigrati italiani e tedeschi nel Brasile meridionale, Angeli, Milano, 1995, pp. 508 (di R.Gubert: cap.11° La cultura dello sviluppo: un prodotto di appartenenze religiose ed etniche?, pp.419-450 e Conclusioni, pp.451-456); edizione rivista in lingua portoghese: R.Gubert, G.Pollini (org.) Cultura e desenvolvimento, Est, Porto Alegre, 2005
 
R.Gubert (a cura di), Specificità culturale di una regione alpina nel contesto europeo. Indagine sociologica sui valori dei trentini, Angeli, Milano, 1997, pp.677+39; (di R.Gubert:, Identità culturale e valori dei trentini: lo scopo dell'indagine, pp.13-25; Gli orientamenti sociopolitici, pp.178-309; La percezione dell'identità culturale trentina e delle ragioni dell'autonomia, pp.453-533 e Il Trentino: la specificità culturale dei valori come originalità di composizione tra modernità e tradizione. Alcune considerazioni conclusive, pp.534-552)
 
R.Gubert, H.Meulemann. (a cura di), Valori a confronto: Italia e area culturale tedesca/Werte im Vergleich; Italien und der deutsche Kulturraum, Annali di Sociologia-Soziologisches Jahrbuch, 13, 1997, I-II (edito 1999); ( di R.Gubert, La differenziazione territoriale dei valori tra regionalità, nazionalità e sopranazionalità. I casi delle aree culturali italiana e tedesca in Europa/ Die territoriale Differenzierung der Werte zwischen Regionalitaet, Nationalitaet und Supranationalitaet. Der italienische und deutsche Kulturraum in Europa, pp.57-110 e 111-172 e di R.Gubert, H.Meulemann, Introduzione/ Einleitung, pp.7-12 e 13-20)
 
R.Gubert ( a cura di), Il ruolo delle Comunità Montane nello sviluppo della montagna italiana, Angeli, Milano, 2000, pp.432; (di R.Gubert: Introduzione, pp.9-19 e Conclusioni, pp.229-243
 
R.Gubert (a cura di), La via italiana alla postmodernità. Verso una nuova architettura dei valori, Angeli, Milano, 2000, pp.559; di R.Gubert, La nuova valenza strategica dell'indagine sui valori per la comprensione della dinamica sociale, pp.11-21; Gli orientamenti socio-politici, pp137-313 e Conclusioni, pp.475-485)
 
R.Gubert, G.Pollini (a cura di), Valori a confronto: Italia ed Europa, Angeli, Milano, 2006 (di R. Gubert: cap 7° Valori, appartenenze territoriali e solidarietà sociali in Europa: un modello causale, pp.181-226, nonché, con Pollini, Prefazione (pp. 9-11) e Conclusioni (pp.227-237))
 
R.Gubert, G.Pollini (a cura di), Il senso civico degli italiani, Angeli, Milano, 2008 (di R.Gubert:  Parte II, cap. 5 Un breve quadro descrittivo degli orientamenti di valore in ambito socio-politico: le risposte del questionario (pp.197-238), cap.6 Le dimensioni valoriali e di posizione sociale sottostanti alle risposte al questionario (pp.239-270), cap.7 Le differenziazioni dei valori socio-politici in relazione a differenti posizioni sociali degli intervistati (pp.271-314), cap.8 Possibili influssi dei caratteri della posizione sociale degli individui sui loro orientamenti di valore in ambito socio-politico (pp.315-334), cap 9 Verso modelli di connessione causale fra caratteristiche sociali, orientamenti di valore religiosi, etici, su famiglia, su lavoro e socio-politici (pp:335-448) e Conclusioni (pp.449-457)

R.Gubert, H.Meulemann. (a cura di), Valori a confronto: aree culturali tedesca e italiana/Werte im Vergleich: der deutsche bzw.italienische Kulturraum, Annali di Sociologia-Soziologisches Jahrbuch, 19, 2013-14, Dunker & Humblot, Berlin, 2018; (di R.Gubert, H.Meulemann, Introduzione/ Einleitung, pp.7-19 e 20-34)
 

5.4 CONTRIBUTI IN ALTRI VOLUMI
 
 (coautore R.Strassoldo) The boundary. An overview of its theoretical status, in Istituto di Sociologia Internazionale di Gorizia (a cura di), Confini e regioni – Boundaries and regions, Lint, Trieste, 1973, pp 29-57
 
Note sui criteri di ottimalità per la riorganizzazione territoriale-amministrativa locale, in Atti della Conferenza regionale sulle autonomie locali, Regione Trentino – Alto Adige, Trento, 1977, pp.208-228
 
Contributo per un’impostazione generale di una politica dei servizi sociali, in Atti della Conferenza provinciale sulla condizione e occupazione femminile, Provincia Autonoma di Trento, Trento, 1978, pp.312-317
 
La politica dei servizi sociali, in Atti della Conferenza provinciale sulla condizione e occupazione femminile, Provincia Autonoma di Trento, Trento, 1978, pp.242-245
 
 Indagine preliminare su modelli di consumo, aspirazioni, atteggiamenti verso lo sviluppo nell'Asia sud-orientale in F.Demarchi (a cura di), Interessi e valori in conflitto nell'Asia equatoriale, EMI, Bologna, 1979, pp.335-540
 
L’insediamento umano nel territorio montano, in F.Demarchi (a cura di), L’uomo e l’alta montagna, Angeli, Milano, 1979, pp.91-101
 
Come si individuano e si graduano i bisogni nel Comune e del Comune, in “Atti del Corso per Amministratori Pubblici”, Banca Piccolo Credito Valtellinese, Sondrio, 1981, pp.70-84
 
Prospettive di sviluppo per la città di Trento, in Coordinamento Provinciale Imprenditori (a cura di), Quali ruoli per Trento, Atti del Convegno 2/12/1981, Trento
 
I problemi della convivenza etnica in Alto Adige di fronte alla nuova domanda di bilinguismo degli italiani, in H.Moser (a cura di), Zur Situation der Deutschen in Suedtirol, Innsbrucker Beitraege zur Kulturwissenschaft, Germanistische Reihe Band 13, Insbruck, 1982
 
The problems of interethnic relations in Alto Adige with reference to the new demand for bilingualism by Italians, in B.De Marchi, A.M.Boileau (eds.), Boundaries and minorities in Western Europe, Angeli, Milano, 1982, pp.211-228
 
Migranti e cultura: all’esodo come al rientro, in ANEA, “Atti del Convegno della V Giornata dei migranti”, Trento, 1982, pp.17-28
 
Strutturazione sociale dello spazio urbano e crisi della città. Analisi e ipotesi riorganizzative, in A.Scivoletto (a cura di),Sociologia del territorio, Angeli, Milano, 1983, pp.64-115 (ristampa da volume edito con Alcione, Trento, 1979)
 
Cultura e territorio in Trentino, in Promozione culturale nel Trentino – “Atti del Convegno, Trento 5 giugno 1982”, Assessorato alle Attività Culturali della Provincia Autonoma di Trento, 1983, pp.45-58
 
La crisi di un’antica professione delle aree montane. Definizione della situazione e atteggiamenti verso ipotesi di riorganizzazione in un’indagine sui boscaioli del Trentino, in G.F.Elia, F.Martinelli (a cura di), La società urbana e rurale in Italia, Angeli, Milano, 1983, pp.283-296
 
Povertà e poveri in Europa e nel mondo: l’abitazione, in A.A.V.V., Povertà e poveri in Europa e nel mondo, Rezzara, Vicenza, 1984, pp.141-164
 
L’identificazione etnica, in Istituto Magistrale G.Pascoli -  Bolzano, La storia dell’Alto Adige, Borgogno, Bolzano, 1984, pp.81-89 (II ed. 1989)
 
Il turismo nell’area alpina: fattore di autonomia o di dipendenza?, in Lebensqualitaet im Alpenraum: Die Alpen als europaeischer Erholungsraum, Euregio Alpina, Innsbruck, 1984, pp.43-60
 
Note sul contributo della sociologia, in Ordine degli Ingegneri della Provincia di Trento (a cura di), La difesa del territorio: l’impegno dell’ingegnere, Atti del 31° C Congresso Nazionale degli Ordini degli Ingegneri, Trento – Riva del Garda, 19 – 21 settembre 1985, pp.58-67
 
Aspetti sociologici della marginalità della Comunità Montana Meduna-Cellina, in G.G.Lorenzoni (a cura di), Fattori di marginalità e sviluppo nell’economia montana, Atti del Convegno di Barcis, 18 ottobre 1985, CNR-IPRA, pp.105-109
 
Dinamiche dei bisogni e criteri di ripartizione delle risorse pubbliche tra i gruppi etnici dell’Alto Adige. Note introduttive, in Proporzionale e bisogno, Atti del Convegno 15 novembre 1986, Comunità, Bolzano, pp.17-27
 
Ricerche sulle comunità rurali e montane, in G.F.Elia, F.Martinelli (a cura di), Società e territorio. Ricerche su aree urbane e rurali, Bulzoni, Roma, 1986, pp.131-135
 
Valutazione d’insieme della ricerca sulla qualità della vita nell’area alpina, in F.Demarchi (a cura di), La qualità della vita nell’area alpina, Regione Trentino – Alto Adige, Trento, 1987, pp.112-128
 
Istituto familiare e sua dimensione, in F.Demarchi (a cura di), Crescita zero, Rezzara, Vicenza, 1987, pp.155-168
 
L’ambiente rurale in una problematica di sviluppo, in AES-C.C.C., Scuola, Famiglia, Servizio Civile Volontario, Atti del Convegno, Padova, 1987, pp.13-19
 
La montagna italiana: contributo sociologico, in AAVV, La montagna: una protagonista degli anni ‘90, Jaca, Milano, 1987, pp.43-57
 
Note sulla Carta europea delle lingue regionali e minoritarie del Consiglio d’Europa, 16 marzo 1988, in F.Demarchi (a cura di), Minoranze linguistiche fra storia e politica, CIVIS, Supplemento 4, 1988, Trento, pp,191-194
 
Note sui nodi problematici di natura socio-politica sulla programmazione degi interventi provinciali di politica abitativa, in Atti del Convegno: Modelli di programmazione, sistemi informativi: strumenti per una politica della casa, Provincia Autonoma di Trento, 27 maggio 1988, pp.29-48
 
Equilibri e squilibri demografici dei piccoli comuni montani e politica delle infrastrutture e dei servizi, in UNCEM, Piccoli Comuni Montani: realtà e prospettive, Atti del Convegno, S.Orsola Terme, 20 maggio 1989, pp.9-18
 
Organizzazione del territorio e cultura, in A.A.V.V. Cultura delle genti venete, Rezzara, Vicenza, 1989, pp.157-166
 
Persistenza e trasformazione delle identità regionali in Europa, in L’identità regionale in Europa, Regione Autonoma Trentino – Alto Adige, Trento, 1991, pp.19-31
 
Risvolti umani della città, in G. Dal Ferro e F. Posocco (a cura di), La città abitazione dell’uomo, Rezzara, Vicenza, 1991
 
 Mutamenti sociali e regioni del Nord-est, in Dal Ferro G., Doni P. (a cura di), Comunità cristiane e futuro delle Venezie, Atti del 1° Convegno ecclesiale, Messaggero, Padova, 1991, pp.139-189
 
Bisogno di sempre, bisogno di comunità: alcune considerazioni sulla base di indagini condotte nell’Italia Nord-orientale, in G. Giorio (a cura di), Dall’intersoggettività alla reciprocità nelle risposte ai bisogni umani della società tecnologica, Cedam, Padova, 1991, pp.173-182
 
La cooperazione nella società contemporanea: note sociologiche, in A.A.V.V., Quale futuro per la cooperazione?, Federazione dei Consorzi Cooperativi di Trento, 1991, pp.33-43
 
La realtà socio-culturale del Trentino e il ruolo della Cooperazione, in A.A.V.V., Quale futuro per la cooperazione?, Federazione dei Consorzi Cooperativi di Trento, 1991, pp.55-62
 
Prefazione a G.Osti, Gli innovatori della periferia. La figura sociale dell’innovatore nell’agricoltura di montagna, Reverdito, Trento, 1991, pp.7-10
 
Processi di globalizzazione ed appartenenza etnica, in A.A.V.V. Relazioni etniche: vivere in una società plurilingue, ASTT, Bolzano, 1992, pp.147-153
 
Funzioni della ricerca empirica nello svolgimento del pensiero sociale contemporaneo, in A.A.V.V., Le scienze sociali europee sul finire del XX secolo. Sfide demografiche, tecnologiche, epistemologiche, Regione Autonoma di Trento, Trento, 1992, pp.65-70
 
Domanda di educazione e cultura nelle zone rurali, in A.A.V.V. L’educazione degli adulti nelle comunità rurali. Operatori culturali nei paesi dell’arco alpino, Provincia Autonoma di Bolzano – Alto Adige, 1992, pp.66-77
 
Comunità oggi. Alcune considerazioni sulla base di ricerche empiriche, in G.Dalle Fratte (a cura di), La comunità tra cultura e scienza. Il concetto di comunità nelle scienze umane, Armando, Roma, 1993, pp.199-220
 
 Problemi e politiche dello sviluppo rurale: aspetti sociologici”, in G.Cannata (a cura di), Lo sviluppo del mondo rurale: problemi e politiche, istituzioni e strumenti – Atti del XXXI convegno di studi della SIDEA, Campobasso, 22-24 settembre 1994, Società italiana di Economia Agraria – Il Mulino, Bologna, pp.87-116
 
Cultura delle pluri-appartenenze e della pluri-identità: quale cooperazione nell’Unione Europea, in A.A.V.V., Le diversità regionali in Europa. Il ruolo delle loro culture nella costruzione dell’unione europea, Regione Autonoma Trentino – Alto Adige, Assemblea delle Regioni d’Europa, Centro Europeo per le culture tradizionali e regionali.Atti del Convegno di studio 1 ottobre 1993, Trento, 1994, pp.141-149
 

 Analysis of Regional Differences in the Values of Europeans, in Ruud de Moor (ed.) Values in Western Societies, Tilburg University Press, Tilburg, 1995, pp.179-194
 
L’Italia tra post-modernità e neo-tradizione: un’ipotesi conclusiva non storicista, in G.Capraro (a cura di), I valori degli europei e degli italiani negli anni Novanta, Regione Autonoma Trentino – Alto Adige e Università degli Studi di Trento, Trento, 1995, pp.525-544
 
Strutture e processi sociali in Alto Adige. Dati generali, in A.Carli, K.Civegna, I.von Guggenberg, D.Larcher, R.R.Pezzei (a cura di), Zweisprachlernen in einem mehrsprachigen Gebiet – L’apprendimento della seconda lingua in un contesto plurilingue, Provincia Autonoma di Bolzano – Alto Adige, Bolzano, 1995, pp.15-22
 
La qualità della vita nelle città alpine con particolare riferimento a Bolzano, Merano, Rovereto, Trento, in R.Contro (a cura di), Qualità della vita nelle città alpine Regione Autonoma Trentino-Alto Adige, Trento, 1996, pp.599-638
 
 Appartenenza e mobilità socio-territoriali: Primi risultati di un'indagine su operatori turistici nel nord-Est italiano, in A. Gasparini (ed.), Nation, ethnicity, minority and border. Contribution to an international sociology, Isig, Gorizia, 1998, pp.187-195
 
I valori dei giovani nell'Europa di oggi: presentazione di un'inchiesta,in  S.Bucci (a cura di), Giovani società educazione nell'Europa del 2000,  Università degli Studi di Perugia, Perugia,1998, pp.37-56
 
Mondi vitali tra indifferenza e conflittualità, in A:A:V.V. Società civile e mondi vitali, Rezzara, Vicenza, 1999, pp.19-36
 
La dimension sociologique des évolutions démographiques, in J.D. Lecaillon (sous la direction de), Les enjeux de la démographie européenne, Guilé Foundation Press, Boncourt and Thesis Verlag, Zuerich, 2001, pp. 57-76
 
Un’analisi sociologica del turismo, in A.Leonardi e H.Heiss (a cura di), Turismo e sviluppo in area alpina. Secoli XVIII-XX, StudienVerlag, innsbruck, Wien, Muenchen, Bozen, 2003, pp.145-164
 
La gestion de l’eau par bassins: un moyen de résoudre des conflits, in La politique européenne de l’eau, Les Dossiers Européens, Paris, 2005
 
Teoria e struttura sociale in Robert.K.Merton, in G.Pollini, A.Pretto (a cura di), Sociologi: teorie e ricerche. Sussidio per la storia dell'analisi sociologica, Angeli, Milano, 2009,
 
 La differenziazione territoriale degli orientamenti etici. I casi delle aree culturali italiana e tedesca nei primi anni del Duemila, in Cavanna D., Salvini A, Per una psicologia dell’agire umano. Scritti in onore di Erminio Gius, Angeli, Milano, 2010, pp.521-539.
 
I valori socio-politici: fiducia, libertà, solidarietà,  in  G. Rovati (a cura di), Uscire dalle crisi. I valori degli italiani alla prova, Vita e Pensiero, Milano, 2011, pp.265-345
 
I valori socio-politici degli italiani: tendenze di mutamento nell’ultimo trentennio e comunanze o specificità rispetto agli altri popoli europei, in G.Pollini, A.Pretto, G.Rovati (a cura di), L’Italia nell’Europa: i valori tra persistenze e trasformazioni, Angeli, Milano, 2012, pp.359-452
 
Valori nell’Europa mediterranea, in P.Lacorte, V.A.Aresta (a cura di), Il Mediterraneo. Dalla multiculturalità all’interculturalità, Pensa multimedia, Lecce, 2012, pp.227-253
 
Antipolitica e frammentazione sociale, in A:A.V.V. Cultura e rigenerazione delle istituzioni, Edizioni Rezzara, Vicenza, 2013, pp.107-128

Il sociologo nella gestione del territorio e dell'ambiente, in A.Perino e L.Savonardo (a cura di), “Sociologia, professioni e mondo del lavoro”, Associazione Italiana di Sociologia, EGEA SpA,, Milano, 2015, pp.247-266
 
 Sentimento di appartenenza territoriale, in R.Serra, M.Pascoli (a cura di), Nuovi sentieri sociologici, Angeli, Milano, 2018, pp.79-95

Il Sessantotto a Trento: un'analisi non convenzionale, in M. Villa (a cura di), Il mio Sessantotto. Uno sguardo antropologico su memorie, immagini e narrazioni, Carocci, Roma, 2019, pp.105-120
 
 
5.5 VOCI IN DIZIONARI
 
 Analisi di contenuto (pp.70-77), Analisi fattoriale (pp.77-84), Campagna (pp.194-200), Metodologia (pp.733-743), Misurazione (pp.776-783), Mutamento (pp.800-807), Nazione (pp.808-817), Osservazione (pp.868-874) e Sistemica (pp.1137-1147) in F.Demarchi, A.Ellena (a cura di) Dizionario di sociologia, Paoline, Milano, 1976, ristampate con la voce aggiuntiva Territorio (pp.2206-2211) in F.Demarchi, A.Ellena, B.Cattarinussi (a cura di), Nuovo dizionario di sociologia, Paoline, Cinisello Balsamo, 1987
 
Territorial Belonging, in E.F. Borgatta, R.J.V. Montgomery,   Encyclopedia of Sociology (second edition), Macmillan Reference USA, 2000, pp.3128-3137
 
 
5.6 ARTICOLI SCIENTIFICI IN RIVISTE
 
Il Colloquio di Bruxelles sulle regioni frontaliere europee, in “Prospettive di efficienza”, 10, 1970, n.5-6, pp.171-176
 
Fattori della situazione confinaria: una ricerca empirica, in “Prospettive di efficienza – Numeri Unici di Sociologia”, 11, 1971, n.11-12, pp.1-19
 
Il bilinguismo: problema sociologico delle aree confinarie, in “Skolast”, 18, 1973, n.5, pp.23-28
 
Problemi di misurazione in sociologia, in “Prospettive di efficienza – Numeri Unici di Sociologia”, 13, 1973, pp.39-74
 
Ha ancora un significato la sociologia urbana?, in “La ricerca sociale”, 1974, n.7/8, pp.77-89
 
Entitività delle etnie e conflittualità interetnica, in “Studi di sociologia”, 13, 1975, n.3-4, pp.302-322
 
Recenti orientamenti degli studi sociologici sulla problematica etnica, in “Aggiornamenti – Aktuell”, 1975, n.2-3, pp.5-35
 
Verso un’analisi sociologica del bilinguismo, con particolare riferimento ad un’indagine su un’area plurilingue del Trentino – Alto Adige, in "Aggiornamenti – Aktuell", 1976, n.1-2, pp.15-35
 
Sulle potenzialità di impiego dell’analisi fattoriale negli studi interdisciplinari per la programmazione regionale, in “La ricerca sociale”, 1976, n.13, pp.49-61
 
Pluralismo etnico e migrazioni internazionali. Recenti contributi sociologici sulla persistenza delle solidarietà etniche e sui rapporti interetnici, in “Studi Emigrazione”, 43, 1976, pp.279-318
 
Domanda di bilinguismo in una città mistilingue: Bolzano, in “Quaderni per la promozione del bilinguismo”, n.14, 1976, pp.1-16
 
Pluralismo etnico e migrazioni internazionali. Recenti contributi sociologici sulla persistenza delle solidarietà etniche e sui rapporti interetnici, in “Studi Emigrazione”, n.43, 1976, pp.279-318
 
Conferenza regionale sulle autonomie locali, in “Rivista trimestrale di Scienza dell’Amministrazione”, 24, 1977, n.1, pp.163-169
 
Pianificazione e sviluppo delle aree rurali. Risultati del IV Congresso Mondiale di Sociologia Rurale, in “Animazione sociale”, 1977, n.22, pp.53-61
 
Influenza di fattori ambientali nei processi di scelta, in “Centro di orientamento professionale della Provincia Autonoma di Trento, Quaderno” n.2, 1977, pp.5-46
 
Struttura e attività del Dipartimento di Organizzazione del Territorio della Libera Università degli Studi di Trento, in “Sociologia Urbana e Rurale, I, 1979, n.1, pp.65-73
 
(con G.F.Summers), Conviene industrializzare le aree rurali?, in "Economia trentina", XXVIII, 1979, n.2-3, pp.47-61
 
Crisi della città e ruolo della sociologia nella pianificazione del territorio, in “Sociologia Urbana e Rurale”, n.6, 1981, pp.151.156
 
Dall’analfabetismo come stato di fatto all’analfabetismo come condizione accettata: tentativi di analisi causale, in Il fenomeno dell’analfabetismo in Lombardia, “Quaderni della Regione Lombardia”, 88, Istruzione, 1982, pp.103-119
 
Tentativo di composizione interdisciplinare dei contributi al seminario “Territorio e simboli”, in “Sociologia Urbana e Rurale”, n.12, 1983, pp.91-98
 
Il sentimento di appartenenza territoriale in aree marginali, in “Studi sociali”, XXIII, 1983, n. 9-10, pp.101-115
 
Urbanizzazione e crisi ambientale, in “Sociologia urbana e rurale”, n.14-15, 1984, pp.241-248, ristampato in P.Guidicini, F.Martinelli, G.Pieretti (a cura di), Città e società urbana in trasformazione, Angeli, Milano, 1985, pp.241-248
 
A margine di un’inchiesta, in “La Rivista del Clero Italiano”, n.65, 1984, pp.538-542
 
Alla ricerca delle radici delle differenziazioni interne della cultura dei giovani adolescenti, in “Scuola e cultura iniziative”, 5, 1985, n.4, pp.41-68
 
Aspetti sociologici della marginalità in Bassa Valsugana, Tesino e Vanoi, in “Economia Trentina”, n.3, 1985, pp.75-83
 
(coautori G.Girardi e P.Stefanini), Indagine su problemi e attese degli organismi gestionali delle scuole equiparate dell’infanzia. Organizzazione e metodologia di una ricerca sul campo, in “Il Quadrante Scolastico, n.27, 1985, pp. 104-114
 
La scuola di formazione dei gestori in fase sperimentale: una valutazione dei risultati, in “Il Quadrante Scolastico, n.28, 1986, pp.125-145
 
Capacità di autonomia scolastica e ruralità-urbanità del contesto sociale, in “Il Quadrante Scolastico”, n.33, 1987, pp.108-117
 
Appartenenza e comunità, in “Il Quadrante Scolastico”, n.37, 1988, pp.154-171
 
Tra comunità ecologica e comunità di cultura. Sintesi di un dibattito, in “Il Quadrante Scolastico”, n.38, 1988, pp.118-128
 
L’appartenenza territoriale nella società industriale, in “Annali di Sociologia/Soziologisches Jahrbuch” n.4, 1988, vol.II, pp.333-356 (tradotto anche in tedesco)
 
Le identità regionali europee di fronte alla modernizzazione, in “Dimensioni dello sviluppo” 1990, n.4, pp.45-53
 
Quali obiezioni ad un sistema di autonomie scolastiche?, in “Il quadrante scolastico”, 13, 1991, n.48, pp.123-131
 
Scuole dell’infanzia: la domanda educativa e le valutazioni dei genitori in un’indagine nel Trentino. Verso un’analisi causale, in “Il quadrante scolastico”, 15, 1992, n.54, pp.97-115 e 15, 1992, n.55, pp.80-127,
 
Valutazioni conclusive dei risultati dell’indagine sugli utenti delle scuola materne del Trentino, in “Il quadrante scolastico”, 56,1993, pp.138-144
 
Nord-Est: una costruzione mentale per favorire la dominanza veneta? Alcune riflessioni, in “Nord-Est”, n.4, 1994-95, pp.15-18
 
L'attualità di Martino Martini: per relazioni con la Cina che non siano solo rapporti d'affari, in “Studi su Martino Martini, Studi Trentini di Scienze Storiche”, LXXVII, 1998, n.4, Supplemento, pp. 673-677
 
Identità e identificazioni etnico-nazionali/Etnische-nationale Identitaeten: ein keineswegs zwangslaeufiger Zusammenhang, in “Annali di Sociologia- Soziologisches Jahrbuch”, 12, 1996 (edito 1999), I-II, pp. 197-218 /219-244
 
Orientaciones de valor sociopoliticas en Europa: Existe alguna especifidad del area euromediterranea? in Los valores hoy (numero monografico)  « Quaderns de la Mediterrania », 5, 2005, pp.53-64
 
La promocio’ de l’autonomia local dins les fronteres del Consell d’Europa, in "Diàlegs", 9, 2006, n.31, pp.87- 107
 
Sviluppo economico e globalizzazione tra valori della modernità e valori della “non modernità” (pre e post), in "Idee" - Nuova Serie, III, 2013, n.6, pp.115-141
 
5.7 RAPPORTI DI RICERCA
 
Ricerca sulla ristrutturazione territoriale-amministrativa del Trentino:
         -Rapporto sulle interviste a testimoni qualificati. I risultati dell’analisi fattoriale, Dipartimento di Organizzazione del Territorio, Libera università degli Studi di Trento, Trento, 1975, pp.41-70
          -(coautori S.Goglio e G.Pola) Sulle dimensioni ottimali di produzione di alcuni servizi di competenza della Provincia Autonoma di Trento, Dipartimento di Organizzazione del Territorio, Libera Università degli Studi di Trento, 1976, pp.108 (di R.Gubert i capitoli su settore scolastico, settore socio-sanitario e settore trasporti)
 
Ricerca sui boscaioli e sulla prima lavorazione del legno in Trentino:
         -Aspetti organizzativi del mercato e della prima lavorazione del legname in Provincia di Trento, Trento, 1978, pp.212
         -Indagine sui boscaioli trentini. Primi risultati globali delle interviste, Trento, 1978, pp.64
 
Ricerca sull’agriturismo in provincia di Trento: valutazione dei risultati del primo intervento legislativo della Provincia Autonoma di Trento:
Rapporto alla Provincia Autonoma di Trento
 
Documento programmatico - Commissione per lo studio e l’assistenza tecnica all’attuazione di un progetto integrato di sviluppo delle zone svantaggiate del Vanoi e del Mis,  Provincia Autonoma di Trento, 1992
 
Nota su andamento demografico, dinamica economica e fabbisogno di aree fabbricabili nel Comune di Canal San Bovo (prov. di Trento), Trento, 2008
 

6. APPARTENENZA A SOCIETA' E LORO COMITATI SCIENTIFICI

1977-79 Responsabile per l’Italia del “Gruppo dei sociologi rurali mediterranei”, Montpellier, Presidente prof. Pierre Boisseau
 
Membro del Research Committee on Social Ecology dell’International Sociological Association
 
1983-85 membro del Comitato Scientifico della Sezione “Sociologia del territorio” dell’Associazione Italiana di Sociologia
 
1985-89  Membro del Direttivo dell'Associazione Italiana di Sociologia e nel 1987 suo Vicepresidente
 
1984-1990 Membro del Council e poi dello Scientific Committee dell'European Society for Rural Sociology
 
1994-1998 Membro del Direttivo dell'International Institute of Sociology
  1989-2019  Membro del Consiglio di Amministrazione dell'Associazione italo-tedesca di Sociologia
 
 
7. PRINCIPALI CARICHE IN ISTITUTI  DI RICERCA
 
1985-89  Membro del Comitato Scientifico del Centro Ricerche Aree Montane, INEMO, Roma
 
1989-2012  Membro del Comitato Scientifico dell'Istituto di Sociologia Internazionale di Gorizia e  dal 2007 suo Presidente
 
1992-1996 Membro del Comitato Scientifico dell'Europaeische Akademie di Bolzano
 
1989-2008 Membro dello Steering Committee dell'European Values Systems Study Group, poi del Council dell’European Values Study, Università Cattoliche di Tilburg (Paesi Bassi) e Lovanio (Belgio)
 
 
8. RESPONSABILITA' EDITORIALI
 
1969-74 Membro del Comitato di redazione della rivista "Prospettive di Efficienza-Numeri Unici di Sociologia" di Trento
 
1975-78 Membro del Comitato di redazione della rivista "La ricerca sociale" di Bologna
 
dal 1976 Membro del Comitato di redazione e poi del Comitato Scientifico della rivista "Studi di sociologia" dell'Università Cattolica di Milano
 
1979-80 Corresponding editor della rivista "Sociologia Ruralis- Journal of the European Society for Rurali Sociology", Wageningen (Olanda)
 
dal 1985 Membro del Comitato Scientifico della rivista "Annali di sociologia-Soziologisches Jahrbuch" di Trento e dal 1992 suo Direttore responsabile
 
1988- ….. Membro del Comitato Scietifico della rivista “Dimesioni dello sviluppo” dell’AVSI di Cesena
 
1991- ….. Membro dell’International Editorial Board della rivista “Eastern European Countryside”
 
1991-……Membro del Comitato Scientifico della rivista “Persone e Imprese”
 

9. CONVEGNI E CONFERENZE

9.1 RELAZIONI UFFICIALI A CONVEGNI (escluse Comunicazioni)
 
Il ruolo della scuola trentina nella realizzazione di un nuovo modello di società e nella programmazione economica e sociale, “Corso di aggiornamento culturale sui problemi della scuola”, Ufficio scuola DC, Varone di Riva, 8 settembre 1978
 
La complessità della differenziazione sociale dello spazio urbano: implicazioni per la definizione degli obiettivi di pianificazione dei centri storici, I Meeting dei sociologi urbani italiani, Rimini, 1-3 maggio 1981
 
Il contributo della sociologia all’analisi dei centri storici urbani e rurali Corso di formazione e di aggiornamento culturale e tecnico sui problemi degli insediamenti storici, Provincia Autonoma di Trento, San Lorenzo in Banale, 18 marzo – 29 giugno 1981
 
Il problema degli handicappati visto dalla sociologia, “Anno internazionale delle persone handicappate 1981”, Fiera di Primiero, 19 marzo 1982
 
Cultura e territorio in Trentino, “Convegno sulla promozione culturale nel Trentino”, Provincia Autonoma di Trento, Assessorato alle Attività Culturali, Trento, 5 giugno 1982
 
A factorial ecological study of Trento (Italy) as a tool for urban policy, X World Congress of Sociology, Mexico City, 16-21 agosto 1982
 
Migranti e cultura: all’esodo come al rientro, con particolare riferimento al Trentino – Alto Adige, Giornata dei migranti,  ANEA, Trento, 26 settembre 1982
 
L’ambiente rurale in una problematica di sottosviluppo, Università di Padova, 11 ottobre 1985
 
Mutamento sociale e devianza, Convegno SIULP, Riva del Garda, 31 maggio 1986

L'agricoltura nella società e la sociologia rurale, Assemblea Movimento giovanile dell'Unione Contadini della Provincia di Trento, Trento, 29 novembre 1987
 
Equilibri e squilibri demografici dei piccoli comuni montani e politica delle infrastrutture e dei servizi, Convegno su “Piccoli comuni montani: realtà e prospettive” UNCEM, Sant’Orsola Terme, 20 maggio 1989
 
Persistenza e trasformazione delle identità regionali in Europa, Convegno internazionale “L’identità regionale in Europa”, Regione Autonoma Trentino – Alto Adige e Assemblée des Régions d’Europe, Trento, 9-10 ottobre 1990
 
Aspetti sociali della marginalità agricola, Conferenza nazionale “Dallo spreco di suolo al progetto dell’ambiente”, CNR – Progetti finalizzati IPRA e RAISA, Milano, 25 gennaio 1991
 
Continuità e discontinuità nell’analisi sociologica delle minoranze etniche in Italia, Convegno nazionale su “Minoranze autoctone, minoranze immigrate. I possibili contributi della sociologia” ISIG, Gorizia, 5 febbraio 1991
 
Valori e azioni. Primi risultati di una ricerca europea, Ciclo di conferenze “Valori e politica in dimensione europea. Le radici etiche del pensiero politico”, Centro di Cultura Antonio Rosmini, Trento, 24 aprile 1991
 
Il ruolo dell’agriturismo nello sviluppo delle aree marginali, Convegno Europeo Interdisciplinare “L’agriturismo, ieri, oggi, domani. Problemi e riflessioni”, Università di Pavia, 17-18 maggio 1991
 
La civiltà contadina e la società attuale, Convegno “Agriturismo: realtà e prospettive” Mediocredito Trentino – Alto Adige, Roncegno, 29 giugno 1991
 
Appartenenze territoriali tra vecchio e nuovo, IV Convegno nazionale Associazione Italiana di Sociologia – Sezione Sociologie del Territorio, “Le nuove forme di urbanità. La trasformazione dei modi di aggregazione in città e in campagna” Bologna, 14-15 novembre 1991

Les identités régionales aux frontières de l'Italie du Nord-Est, Association Internationale des sociologues de langue française (AISLF), Journées de travail “Identités, Espaces, Frontiéres dans la problematique européenne”, Grenoble, 29-30 novembre 1991
 
Processi di globalizzazione e appartenenza etnica, Incontri all’Accademia su “Relazioni interetniche. Vivere in una società plurilingue”, Bressanone, 15 febbraio 1992
 
Il contesto socio-religioso in Italia in prospettiva sociologica, Convegno di aggiornamento teologico, Pontificia Facoltà di Scienze dell’Educazione Auxilium, Frascati, 30 aprile – 3 maggio 1992
 
Il sentimento di appartenenza territoriale: rapporti con l’appartenenza etnica, Colloque international “Les minorités ethniques en Europe”, Région Autonome Vallée d’Aoste, Aoste, les 25-26-27 mai 1992
 
Domanda di educazione e cultura nelle zone rurali, 2° Congresso Internazionale “L’educazione degli adulti nelle comunità rurali” Provincia Autonoma di Bolzano e Land Tirolo (Assessorati alla cultura), Stella di Renon (Alto Adige), 1-5 giugno 1992
 
Granice:vove barijere ili nove spojnice?. Convegno Etnicitet, granice, Europa, Brioni, Croazia – Gorizia, Italia, 18-21 settembre 1992, Istituto di Sociologia Internazionale di Gorizia e Sveuciliste u Rijeci Odiel Humanistickih Znanosti – Sveucilista iz Trsta
 
Valori sociali e politici, identità e appartenenza - Europa, Convegno internazionale “Valori degli europei – European values” Trentanni di sociologia 1962-1992, Trento, 1-2 ottobre 1992
 
Prospettive metodologiche in sociologia, Convegno “In attesa del duemila”, Istituto Trentino di Cultura e Associazione Italo-tedesca di Sociologia, Trento, 14 dicembre 1992
 
Società pluriculturale: attese e ruolo dei giovani, Convegno “Realtà socio-culturale di Brunico: situazione attuale e stimoli per il futuro”, Comune di Brunico, Provincia Autonoma di Bolzano e Università Popolare Alpi Dolomitiche, Brunico, 5 giugno 1993
 
Evoluzione delle identità e loro salvaguardia da parte delle comunità interessate; mutamento dei valori e degli orientamenti culturali nei rispettivi contesti, e Identità culturale del Trentino Convegno “Da un conflitto internazionale a un comune impegno europeo. A cinquant’anni dall’Accordo Degasperi-Gruber”, Regione Autonoma Trentino – Alto Adige, Bolzano, 11-12 giugno 1993
 
La montagna e le sue risorse: aspetti economici e sociali, Federazione Italiana Salariati Braccianti Impiegati e Tecnici Agricoli, 1° Settimana di incontro su “La montagna, la gente, il lavoro”, Predazzo, 5-10 luglio 1993
 
(con L.Tomasi), L’appartenenza territoriale tra ecologia e cultura, Convegno di studio “Le diversità regionali in Europa. Il ruolo delle loro culture nella costruzione dell’unione europea”, Regione Autonoma Trentino – Alto Adige, Assemblea delle Regioni d’Europa e Centro Europeo per le culture tradizionali e regionali, Trento, 1 ottobre 1993
 
Problemi dello sviluppo rurale: aspetti sociologici, XXXI Convegno di studi “Lo sviluppo del mondo rurale: problemi e politiche, istituzioni e strumenti”, Università degli Studi del Molise – Società Italiana di Economia Agraria, Campobasso, 22-24 settembre 1994
 
La dimensione provinciale nel contesto italiano. Profili sociologici (l’appartenenza), Assemblea nazionale “Identità e ruolo della Provincia nel sistema delle autonomia”, Unione delle Province d’Italia, Roma, 6-7 ottobre 1994
 
Quale società per quale famiglia, Incontro “Rileggendo la lettera del Papa sulla Famiglia”, Centro Culturale di Milano, 27 febbraio 1995
 
Matrimonio e convivenza: aspetto sociologico, Tavola rotonda “Matrimonio – convivenza”, Comune di Bologna – Quartiere Santo Stefano 5 maggio 1995
 
Region Tirol, Internationale Tagung “Europa und seine Regionen, Oesterreichisches Ost – und Suedosteuropa Institut, Wien, 20 -22 September 1995
 
Futuri assetti istituzionali e ruolo delle popolazioni di lingua e cultura minoritaria, Convegno “Le ragioni delle minoranze nello sviluppo dell’autonomia”, Union Autonomista Ladina, Pozza di Fassa, 26 aprile 1997
 
La politica, l’ambiente, le istituzioni dell’autonomia, Convegno nazionale “I valori dei trentini”, Università degli Studi di Trento, Trento, 6-7 giugno 1997
 
La formazione al servizio sociale in Italia: strategie, contenuti e prospettive professionali. Il punto di vista della sociologia, Convegno internazionale su “Gli operatori sociali nel Welfare Mix”, Università di Trento, Riva del Garda, 20-21 maggio 1999
 
Varieties of social encounters and socio-territorial belonging: the case of tourist operators, 34th World Congress of International Institute of Sociology on “Multiple modernities in an era of globalization”, Tel Aviv, Juy 11-15, 1999

ZA Data Confrontation Seminar on the European Values Survey 1999, Cologne, 13 – 17 dicembre, 2000
 
Simboli e ordinamenti politici, Colloquio italo-tedesco, Villa Vigoni, Loveno di Menaggio, 10-11 settembre 2001
 
Valori e appartenenze sociali, Presentazione del volume, Istituto Luigi Sturzo, Roma, 8 giugno 2005
 
Pace e soluzione dei conflitti nell’attuale situazione mondiale, Tavola rotonda, ISIG e IUIES, Gorizia, 5 maggio 2006
 
I valori degli Europei. Una ricerca comparativa per i paesi del''Europa, Seminario su “La doppia secolarizzazione: la situazione religiosa della Romania post-comunista”, ISIG, Gorizia, 9 maggio 2008

Valori nell’Europa mediterranea: tendenze di mutamento, VII Convegno nazionale di Ostuni, 28-30 ottobre 2010

Antipolitica e frammentazione sociale, 45° Convegno sui problemi internazionali “Cultura e rigenerazione delle istituzioni”, Istituto di scienze sociali “Nicolò Rezzara” di Vicenza, Recoaro Terme, 14-16 settembre 2012
 
I valori socio-politici degli italiani: tendenze di mutamento nell’ultimo trentennio e comunanze o specificità rispetto agli altri popoli europei, Convegno su “L’Italia nell’Europa: i valori tra persistenze e trasformazioni”, Università di Trento, Trento, 22 novembre 2012
 
Sviluppo economico e globalizzazione tra valori della modernità e valori della non-modernità (pre e post), Seminario Internazionale di studi italo-tedeschi su “Valori, finanza e sviluppo economico in Europa e nel mondo globalizzato”, Accademia di studi italo-tedeschi – Merano, 12-13 dicembre 2012

La causa montana per l'oggi e per il domani, Giornata di studio su La Causa Montana, CAI e Associazione ex-parlamentari della Repubblica, Trento Film Festival, Trento, 30 aprile 2016

Intervento su I saperi sociologici tra formazione e professione, Dipartimento di Sociologia e Ricerca Sociale, Università di Trento, 5 maggio 2016
 
Trento Innsbruck European Research Seminars (TIERS) in European Integration, 9-10 dicembre 2019, Università di Trento
 
9.2 PRESIDENZA DI CONVEGNI, DI SESSIONI DI CONVEGNI
 
Sessione Il mutamento sociale nell’area montana, Convegno “Comunità montane in transizione negli anni Ottanta”, Università di Trento, 19-21 ottobre 1981,
 
Gruppo di lavoro Le comunità rurali e montane,  1° Congresso di Sociologia del Territorio “Le unità sociali territoriali e l’intervento professionale del sociologo”, Grosseto, 26-28 aprile 1985
 
Convegno Giovani oggi: esperienze, confronti, prospettive, Provincia Autonoma di Bolzano – Alto Adige, Bolzano, 1985
 
Convegno “Brasile, Le sfide della transizione”, Università di Trento, 12 novembre 1987
 
Sessione Religion and food supply, VII World Congress for Rural Sociology “Food security and rural development”, Bologna, 26 giugno – 2 luglio 1988
 
Parte I L’appartenenza socio-territoriale, Convegno “Appartenenza e comunità. Aspetti sociologici, storici e amministrativi”, Università di Trento, 6 – 9 ottobre 1988
 
Convegno “Educazione permanente oggi in Alto Adige”, Provincia Autonoma di Bolzano, Bolzano, 11 novembre 1988
 
Sessione Sociology and social policy formation in the mountain and peripheral areas, XXIXth International Congress, Institut International de Sociologie, “The status of sociology as a science and social policy formation”, Roma, 12 – 16 giugno 1989
 
Convegno internazionale I fattori culturali dello sviluppo, Università di Trento, Dipartimento di Teoria, Storia e Ricerca Sociale, Trento, 6-7 dicembre 1990
 
Sessione Le Play et ses continuateurs face au catholicisme social, XXI Conference “Religion et economie” Société Internationale de Sociologie des Religions, Maynooth – Ireland, 19-23.8.1991
 
Sessione La sociologia di Robert E. Park (parte I) Convegno internazionale “Immigrazione, integrazione e culture”, Dipartimento di Teoria, Storia e Ricerca Sociale – Università di Trento, Trento, 8-9-10 ottobre 1991
 
Sessione: Movimenti giovanili, assimilazione e relazioni etniche, Convegno internazionale “I giovani non europei ed il processo di integrazione. Per una cultura della tolleranza”, Associazione Culturale Studi Asiatici, Trento, 11-12 ottobre 1991
 
Seminario di studio “Educazione permanente. Quale futuro?”, Provincia Autonoma di Bolzano – Alto Adige, Appiano, 27 novembre 1991
 
Sezione sociologica, Convegno “Consenso sociale e buona amministrazione nei parchi di montagna” Parco Adamello Brenta e Centro Internazionale di Ricerche Sociali sulle Aree Montane (CIRSAM), Molveno (TN), 7-9 maggio 1992
 
Convegno Internazionale “I valori degli europei – European values”, , Università di Trento – Trent’anni di Sociologia 1962-1992, Trento, 1-2 ottobre 1992
 
Sessione 2^, Convegno “Società dell’informazione di fine millennio. Una prospettiva estetica?” Dipartimento di Analisi Economica e Sociale del Territorio – Istituto Universitario di Architettura di Venezia, Venezia, 28 maggio 1993
 
Sessione: I cento anni della sociologia di Chicago, Convegno internazionale “La tradizione della Scuola ecologica di Chicago e le prospettive della sociologia contemporanea” Dipartimento di Teoria, Storia e Ricerca Sociale, Università di Trento, 6-7 ottobre 1993
 
(con S. Abbruzzese), Seminario “La sociologia di Raymond Boudon” Università di Trento, 16-17 giugno 1994
 
Presentazione del volume La vita religiosa. Per una sociologia della vita consacrata, Istituto Luigi Sturzo, Roma, 25 maggio 1995
 
Incontro su: Quali scenari per il futuro dell’Albania?, Istituto di Sociologia Internazionale di Gorizia, Roma, 30 luglio 1997
 
Gruppo di lavoro: L’identità nell’Europa delle diversità, Convegno internazionale “I confini dell’Europa – Die Grenzen Europas – The borders of Europe” Regione Autonoma Trentino Alto Adige e Associazione Italo-tedesca di Sociologia, Trento, 30-31 marzo 2007
 
Sessione I Convegno “L’Italia nell’Europa: i valori tra persistenze e trasformazioni”, Dipartimento di Sociologia e Ricerca Sociale dell’Università di Trento, 22 novembre 2012
 

10. PRINCIPALI CARICHE ACCADEMICHE
 
1980-87 Membro eletto del Consiglio di Amministrazione dell'Opera Universitaria di Trento e 1983-87 suo Vicepresidente
 
1982-83 Membro della Commissione di Ateneo, Università di Trento
 
1987 Presidente del Consiglio di Indirizzo “Strutture e Processi Culturali” della Facoltà di Sociologia dell’Università di Trento
 
1984-87 e 1989-1996 Membro eletto del Consiglio di Amministrazione dell'Università di Trento
 
1984-90 e 1991-93 Direttore del Dipartimento di Teoria, Storia e Ricerca Sociale dell' Università di Trento

11. NOTIZIE BIOGRAFICHE
 
Nato a Primiero (Trento) l'11 agosto 1944; primo di 11 figli
 
Residente a Primiero San Martino di Castrozza (Trento), fraz. Tonadico, via Roma 55
 
Domiciliato a Trento, via del Nespolar 33
 
Stato civile: coniugato; 9 figli, dei quali cinque sposati (13 nipoti), uno frate carmelitano e tre in famiglia
 
12. PRINCIPALI ATTIVITA’ SOCIALI
 
Responsabile di istituto di Gioventù Studentesca (studi superiori 1960-65 a Trento)

Aderente al Movimento Oasi, fondato dal gesuita padre Virginio Rotondi, Centro per un Mondo Migliore, (Rocca di Papa)

Presidente diocesano della FUCI – AUCT (studi universitari a Trento, 1965-69, e alcuni anni successivi)

Membro del Gruppo Famiglie (guidato da don Gianfranco Corradi), primo sorto nella diocesi di Trento

Tra i fondatori nel Trentino del Movimento per la Vita

Nel Direttivo e poi Presidente per un ventennio dell’Associazione trentina della famiglia (già “Associazione delle famiglie numerose” del Trentino

Tra i fondatori nel Trentino e primo presidente del Sindacato delle Famiglie (SIDEF)

Tra i fondatori nel Trentino del Forum delle associazioni familiari.

Tra i fondatori del Centro Studi “Martino Martini”, Trento, membro del Consiglio di Amministrazione, per due mandati suo Presidente.
 
Membro della Consulta dei laici della Diocesi di Trento in rappresentanza dell'Associazione Trentina della Famiglia
 
13. PRINCIPALI ATTIVITA’ AMMINISTRATIVE
 
Consigliere comunale a Tonadico e a Fiera di Primiero
 
Membro dell’Assemblea del Comprensorio di Primiero e capogruppo DC
 
Assessore alla Pianificazione urbanistica del Comprensorio di Primiero
 
Membro del Consiglio di Amministrazione dell’Azienda di Soggiorno e Turismo di Primiero e San Martino di Castrozza
 
Membro della Commissione Urbanistica della Provincia Autonoma di Trento
 
Presidente della Cooperativa “Villa Alpina V. Pisoni” (casa per attività della FUCI-AUCT)
 
 
14. PRINCIPALI ATTIVITA’ POLITICHE[1]
 
Membro esterno cooptato del Comitato Regionale del Trentino – Alto Adige della DC (in seguito all’Assemblea degli esterni convocata dal segretario nazionale DC, F. Piccoli);

dal 1983 tesserato DC, poi membro del Comitato Provinciale della Dc Trentina e membro dell’Esecutivo Provinciale per le politiche sociali;

Tra i fondatori in Trentino del Movimento Popolare
 
1992 – 94 Segretario Provinciale della DC Trentina, trasformata poi in Partito Popolare del Trentino, parte del PPI;
 
dal 1995 Presidente di CDU del Trentino, poi, dal 1998, de Il Centro – Unione Popolare Democratica (federato con CDU), trasformato poi nel 2003 in Centro Popolare (con l'aggiunta facoltativa fino al 2006 di “Autonomista”)
 
1994-96 eletto alla Camera nella lista del Patto per l’Italia (PPI) (gruppo PPI e poi CCD); segretario della Commissione Agricoltura
 
1994-2006 Presidente dell’Associazione Parlamentare “Amici della Cina” fondata dall'on. Vittorino Colombo e guida di numerose visite parlamentari in Cina (dal 2006 Presidente onorario). Onorificenza ufficiale cinese come “Amico della Cina”
 
1995 – 2001 membro dell’Esecutivo nazionale CDU, responsabile per le politiche sociali (famiglia e scuola)
 
1996 –2001 eletto al Senato nella lista Polo delle Libertà del Trentino-Alto Adige, Collegio Valsugana, Fiemme e Fassa (Gruppo CDU, poi UDR, poi Misto Il Centro UPD), membro e vice-presidente della Commissione Difesa; membro capogruppo CDU delle Commissioni Bilancio, Attuazione della Riforma amministrativa, Questioni Regionali;
 
2001-2006 eletto al Senato nella lista Casa delle libertà del Trentino-Alto Adige, Collegio Valsugana, Fiemme e Fassa, (gruppo UDC) membro capogruppo UDC della Commissione Difesa, della Commissione Infanzia e della Commissione Questioni Regionali; membro delle Assemblee del Consiglio d’Europa e della UEO, Vice- presidente e per un mandato anche Presidente della Commissione Ambiente, Agricoltura e poteri locali e regionali dell’Assemblea del Consiglio d’Europa, relatore di importanti atti dell’Assemblea del Consiglio d’Europa in materia di politiche per la montagna e politiche di collaborazione transconfinaria; relatore di importanti atti dell’Assemblea della UEO sulle politiche di sicurezza in Europa e negli USA.
 
2001-2006 capogruppo PPE al Consiglio d’Europa per la Commissione Ambiente, Agricoltura e poteri locali e regionali
 
2006 candidato individuale al Senato nel Collegio della Valsugana, Fiemme e Fassa per il partito Centro Popolare Autonomista (ottenendo l’11% dei voti); non eletto:
 
 2006-2011 rappresentante del Centro Popolare Autonomista presso gli organi della Democrazia Cristiana per le Autonomie e come tale partecipe al 1° Congresso del Popolo delle Libertà a Roma
 
dal 2009 Presidente e poi Coordinatore  del Centro Popolare, Trento
 
dal 2012 conferma di socio della Democrazia Cristiana e partecipazione al XIX Congresso di Roma, poi invalidato; nel XIX Congresso DC di Roma del 2018, validamente convocato dall'Assemblea dei soci autorizzata dal Tribunale di Roma nel 2016, eletto nel Consiglio Nazionale e nella Direzione della Democrazia Cristiana. Nel 2019 eletto Presidente del Consiglio Nazionale della Democrazia Cristiana.
 
[1] Per le attività nel Parlamento, nell'Assemblea Parlamentare del Consiglio d’Europa e nell'Assemblea Parlamentare della UEO si rimanda ai rispettivi siti internet di Camera, Senato, Consiglio d'Europa e Unione Europea Occidentale.
 

difesa degli orsi e attacchi ai motociclisti

di il 25 Agosto 2016 in natura e ambiente con Nessun commento

Nella comunità trentina si registrano posizioni che fanno riflettere. L’ultima è quella dell’assessore provinciale Dallapiccola, del PATT, che esalta la moltiplicazione degli orsi in Trentino, segnale, a suo dire, di un territorio che ha riacquistato la sua integrità naturale. Ammesso che lupi, linci, orsi siano testimoni di un territorio tornato alla natura di un tempo, v’è da chiedersi a chi giovi tale ritorno, a chi tale ritorno sembri un progresso. Non certo agli allevatori, cui i risarcimenti non coprono il danno morale (e neppure tutto quello materiale), e suona strano che un assessore all’agricoltura sacrifichi gli interessi degli allevatori. Si suggerisce di usare recinzioni elettrificate (che non fermano nessun animale selvatico e a volte neppure quelli allevati, esperienza diretta pluriennale) e di far rientrare in stalla gli animali per la notte. Ma dove le stalle non ci sono? Capita di norma per il pascolo in alta montagna di pecore, capre, asini, che utilizzano pascoli marginali altrimenti destinati all’abbandono. Ma gli obiettivi delle politiche agricole e ambientali non mi pare inducano ad abbandonare i pascoli marginali! Contraddizione evidente! Conclusione: per orsi e lupi è tutelato l’interesse (estetico-ideologico) del cittadino per lo più urbano, di classe medio-alta, che ama sentirsi “progressista”, tendenzialmente di sinistra e che magari in montagna ci va poco anche per passare il suo tempo libero. Dallapiccola dice che il Trentino contribuisce a salvare delle specie minacciate di estinzione; ma dove? Vi sono spazi dove orsi e lupi prosperano!
Ma v’è un’altra “campagna” che rivela l’attenzione ai medesimi interessi: è quella contro l’uso delle moto, specie per escursioni estive sulle strade di montagna. Danno fastidio se si muovono a gruppi numerosi e ad alta velocità, ma non si fa analoga campagna per limitare l’uso dell’automobile che congestiona strade e autostrade. Il motociclista escursionista è generalmente di classe medio-bassa (i ricchi, le classi medio-alte, hanno altri passatempi e usano altri mezzi per spostarsi per gli svaghi) ed è percepito come “non progressista”. Ragioni per le quali non merita molta considerazione. La musica strapazzata in ambienti inadatti (luoghi aperti di montagna) è celebrata per le Dolomiti (e il relativo congestionamento di strade e parcheggi non conta). A contare sono gli interessi (anche solo ideologici o estetici) di chi la moto non la usa, perché usa l’automobile, ma gari di buona cilindrata, o usa l’aereo, sono gli interessi degli intellettuali, che si pongono una spanna sopra quei “buzzurri” delle moto, certo lontani dalla sensibilità “politica” di sinistra.
Scelte in apparenza “progressiste”, ambientaliste, di sinistra, in realtà mascherano la sensibilità tipica di classi medio-alte, cui lo sbranamento di animali allevati dicono poco, un trascurabile incidente di percorso, cui il togliere dalla circolazione le moto rappresenta solo un trascurabile costo esigito dal progresso e dalla tutela ambientale.
E’ questo il Trentino che la classe dirigente sta costruendo? Alla faccia degli allevatori “marginali” e di chi per girare usa la moto?

(scritto l’8/8/2016)

Diocesi di Trento: trasparenti le nomine degli insegnanti di religione?

di il 25 Agosto 2016 in etica pubblica, religione con Nessun commento

Non sono rari i richiami di autorità ecclesiali all’uso del potere in modo trasparente; similmente accade per evitare penalizzazioni alla donna a causa di maternità. Sono giusti ma si resta perplessi quando è la stessa amministrazione di una diocesi a contravvenire alle indicazioni etiche dell’autorità ecclesiale.
Avendo occasione di sentire ciò che accade nell’assegnazione dei posti di insegnanti di religione cattolica, mi pare che la logica delle raccomandazioni sia tutt’altro che bandita. Si è conclusa correttamente la vicenda del concorso, dopo varie incertezze e ricorsi alla magistratura. Vige, invece, una pratica talora poco trasparente nell’assegnazione di incarichi. Se si vuole che un’insegnante in posizione meno favorevole di graduatoria o in una graduatoria di ordine inferiore occupi un certo posto a scapito di una persona in posizione più favorevole, si trova il modo di farlo. Magari facendo predisporre un progetto didattico (mai prima preannunciato), che sottrae il posto alle graduatorie. Senza contare gli insegnanti che sono nominati a prescindere da graduatorie. Se un insegnante non piace, si trova il modo di fargli mutare scuola nominando un religioso o una religiosa in quel posto. Possibile che la Curia vescovile non sia esempio di trasparenza, pubblicando in anticipo l’elenco dei posti disponibili e seguendo l’ordine di graduatoria? Una cosa è poter dichiarare la non idoneità all’insegnamento della religione cattolica; un’altra agire in modo non trasparente, seguendo logiche di raccomandazione.
Cosa se ne può pensare se una dirigente scolastica da una valutazione critica di un’insegnante di religione solo perché ha fruito del congedo per maternità? Giusto qualificare l’insegnante come poco impegnata perché assente da scuola per maternità, e quindi senza la possibilità di organizzare iniziative extra-programma? E possibile che la Curia adduca poi tale valutazione a motivazione di scelte non secondo graduatoria?
Da parlamentare ho sperimentato come sia frequente a Roma l’uso della segnalazione, senza la quale le pratiche “dormono”; la buona amministrazione di stampo austro-ungarico in Trentino mi pareva meno soggetta a tale prassi. E’ troppo aspettarsi che anche nella diocesi di Trento sia migliore la pratica amministrativa curiale? Altrimenti i richiami alla correttezza di Papa Bergoglio e arcivescovi trentini sono minati nel loro significato per i comuni cristiani.

Elezioni comunali a Primiero San Martino di Castrozza: uno sguardo a liste e programmi

Nei giorni scorsi sono state fatte conoscere ai residenti le idee programmatiche delle diverse liste in competizione nelle prossime elezioni del comune di Primiero San Martino di Castrozza. Sono cinque liste civiche, tre in coalizione con lo stesso candidato sindaco.

Dopo la lettura dei vari programmi, mi sono chiesto che cosa differenzi le cinque liste: per gran parte i contenuti sono i medesimi. Ci sono proposte particolari: cito quella della lista in appoggio al candidato sindaco Paolo Simion: impiegare il patrimonio di utili di ACSM (azienda consorziale elettrica e altro dei comuni), ora tenuti in banca (circa 23 milioni), per costituire un fondo di rotazione per investimenti di operatori privati (in effetti nel bilancio consolidato di ACSM non c’è una riga per spiegare se e come tali denari, non pochi, verranno impiegati), ma per lo più vi sono coincidenze.

Abituato a leggere al di sotto dei programmi o in dichiarazioni di principio sensibilità valoriali diverse, si stenta molto a trovarne. Una lista ha forse una sensibilità ambientalista maggiore, ma questa è comune a tutte. Un’altra è un po’ più precisa in merito al sostegno alle famiglie, ma l’affrontare il problema della migliore conciliazione tra lavoro e famiglia è comune. Nessun cenno ai temi divisivi che vanno per la maggiore a livello trentino e nazionale (oltre che europeo).

Parlando con un mio cognato, che conosce meglio di me le parentele dei quattro ex-comuni ora uniti, mi diceva che per la prima volta non vi sarà un voto di parentela: salvo eccezioni di gruppi parentelari senza candidati, le parentele più consistenti sono divise tra più liste e tra più candidati sindaci. Io stesso ho due nipoti (figli di sorelle) candidati in due liste con due candidati sindaci diversi. Altri amici con comuni storie politiche sono in un’altra lista ancora.

Ci si può allora chiedere che cosa motivi la proliferazione di liste: non l’ideologia, non i programmi, non le parentele. Ipotizzerei che il collante sia l’alleanza tra alcuni amici, tali da tempo o tali per aver avuto occasione di stare insieme per qualche attività. L’obiettivo: poter dire la propria, poter mettersi alla prova nella comunità più ampia, evitare che persone poco stimate governino la comunità locale, in qualche caso potersi spartire un po’ di “rendita politica” (cariche, incarichi, contratti, scelte urbanistiche, ecc.). L’immagine di ciascuna lista può essere diversa: ex-amministratori di maggioranza degli ex comuni, operatori economici, “giovani”, ambientalisti, “ex-oppositori”, ma essa rimanda più alle ragioni del coagulo interpersonale che a diversità di scelte politico-amministrative. L’aumentare poi il numero dei “coagulati” fino a giungere a completare la lista o ad avere le “donne” necessarie porta a ulteriore “varietà”.

Due considerazioni sulle liste “mancate”: a parte la provocazione per lo più solo mediatica del sindaco di Mezzano, sono quelle che facevano capo a Marco Depaoli e a Walter Taufer. La candidatura di Marco Deapoli aveva certamente un sapore più politico: che sia mancata è un segno della debolezza dell’appartenenza ai partiti, anche a quelli del “centro-sinistra autonomista” (gli altri non hanno neppure provato). Quella di Walter Taufer (amico da molti anni), aveva un sapore più civico, ma ha pagato lo scotto di una presenza quasi esclusiva a Siror: un coagulo di amici troppo limitato, per di più “colpevole” di non aver sostenuto esplicitamente lo scorso anno il progetto di fusione, anche se ora ne prendeva atto e vi si impegnava.

Cinque liste e tre candidati sindaci danno l’impressione di una comunità divisa; in realtà è divisa solo per le reti fiduciarie interpersonali, necessariamente di “piccolo gruppo”, cui sono connesse parzialmente moderate divisioni di interessi (spartizione della rendita politica). Non è divisa, invece, sui valori e sugli obiettivi da raggiungere. E questo è importante per avere qualche incidenza sulle scelte politiche provinciali. Galleria e non variante di percorso per l’accesso al Rolle, miglioramento della strada dello Schener, circonvallazione dell’abitato multicentrico comunale di fondovalle, autonomia nell’uso delle risorse energetiche (no a incorporazioni di ACSM e Primiero Energia), investimenti nel sistema impiantistico e nel collegamento San Martino-Rolle, mantenimento dei servizi scolastici, sono solo alcuni dei temi nel quali Primiero si presenta unita nel confronto con la Provincia, titolare di competenze e denaro pubblico per esercitarle. E’ un fatto positivo.

Xenofobia: uso improprio del termine

di il 7 Maggio 2016 in migrazioni con Nessun commento

In questi giorni è frequente l’uso del termine “xenofobia” per qualificare la caratteristica dominante di posizioni politiche che propongono limiti più o meno stretti all’entrata di immigrati nel territorio di uno stato. E così giudicato espressione di xenofobia il successo del candidato del Partito Liberale in Austria, come lo sono le decisioni del Governo austriaco circa il controllo del confine del Brennero, ecc.. Anche l’articolo di Gianni Bonvicini su l’Adige del 28 aprile parla di “destra xenofoba” a proposito di partiti che in alcuni paesi (oltre a Austria, Ungheria, Polonia, anche Francia, Gran Bretagna, Svezia, ecc.) hanno consensi crescenti su posizioni di stretto controllo dell’immigrazione. Credo che valga la pena approfondire la natura dei fenomeni che sono a mio avviso indebitamente accomunati come xenofobia.
La “fobia” è una irrazionale, istintiva, paura, fino a giungere al panico. L’esempio più ricorrente e che ho visto in compagni di viaggio è la “claustrofobia”, ossia il forte istintivo disagio nel viaggiare ad es in una lunga galleria o nello scendere in una profondo pozzo di una miniera. Nel caso della xenofobia si sperimenterebbe un forte disagio a stare ad es. in una grande piazza affollata di stranieri. C’è chi prova il disagio anche se si trova nella piazza affollata da connazionali: si parla di “agorafobia”. Si può certamente provare disagio (sento amici che me ne parlano) se in piazza Dante o in alcune vie del centro storico si cammina incontrando solo molte persone straniere: è un sintomo di xenofobia. Non mi pare però che siano queste le ragioni per le quali si chiamano xenofobe le posizioni politiche di chi non desidera che vi sia un’immigrazione numerosa di stranieri. Le ragioni stanno nel voler qualificare negativamente tali posizioni. Al fondo sta la legittimazione o meno dell’autogoverno dei popoli, che sta alla base dello stato moderno (sovranità, popolo, territorio). Generalmente è ancora accettato che le famiglie che abitano in una casa possano chiudere le porte e decidere se e a chi aprirle. E’ invece sempre più messo in questione il diritto di un popolo che vive da sovrano in un territorio di decidere se e chi far entrare nel suo territorio. Tutta l’ideologia dello stato nazionale è basata sul potere di autogoverno di un popolo che parla per lo più la medesima lingua e ha vissuto vicende storiche comuni. Nella dialettica destra-sinistra è certamente la destra a sentire di più il valore della nazione, ma basterebbe ricordare che fu Giuseppe Stalin, che le sinistre hanno celebrato fino a che Kruschev non ne ha denunciato i delitti, a scrivere un saggio che valorizzava la nazione, a correzione del tradizionale “internazionalismo” socialista.

La Costituzione italiana, certo non scritta dalle destre nazionaliste, dichiara che la sovranità appartiene al popolo, e il popolo è la nazione italiana, con un suo proprio territorio “nazionale”. Nelle recenti modifiche approvate in Parlamento la preminenza su ogni autonomia è data “all’interesse nazionale”. Accordi e Trattati internazionali possono essere stabiliti, ma il soggetto che in ultima istanza ha il potere è lo Stato nazionale, anche nell’Unione Europea.

La regolazione dei flussi di persone e beni attraverso i confini è quindi un diritto e un potere senza il quale manca la sovranità, manca il potere di governare la collettività che vive nel territorio. Qualificare l’esercizio di tale diritto come espressione di xenofobia è quindi in definitiva fuorviante, buono per una polemica politica artefatta, ma non per capire la natura dei fenomeni sociali e politici relativi alla gestione dei confini.

Si tratta di una situazione da superare, orientando gli assetti politici verso uno stato non più nazionale, ma globale, dove i confini interni sono semplici confini amministrativi? Si può coltivare questa prospettiva, ma ho l’impressione che, senza una società e una cultura realmente “globali”, uno stato globale sarebbe in ogni caso fragilissimo, con religioni, valori, lingua, storie, razze (per quanto valga questo concetto) diversi, che favoriscono conflitti e secessioni. Già ci sono difficoltà nella creazione di una società e di una cultura solo “europee”, come si constata anche in questi giorni! E anziché delegittimare chi rivendica un controllo dei confini servirebbe di più un razionale confronto sul regime preferibile di tale controllo.

L’inferma politica trentina: mancano i leoni e le volpi non sono scaltre

Non è una bella stagione per la qualità della politica trentina, stando alle valutazioni che si rincorrono sui giornali locali. Non si sa disegnare il futuro sia dell’economia che dell’assetto istituzionale ed emergono le “magagne” dell’amministrazione “ordinaria”, stretta dalla contraddizione tra gli ideali di buona amministrazione orientata in termini universalistici al bene comune e le pratiche di appropriazione della “rendita politica” offerta dal ricoprire posizioni di potere.

Non sono problemi di oggi. Da quando per vantaggi di potere (accordo elettorale-politico con la SVP) chi governava il Trentino ha posto le basi per rendere il Trentino più solo, distruggendo la dimensione regionale, non è più chiaro come conciliare la persistenza della Regione, necessaria per la legittimazione della speciale autonomia trentina, con la razionalità dell’assetto istituzionale, che poco giustifica enti senza competenze di qualche rilievo. E così oggi si annaspa, mettendo in campo procedure per il “Terzo Statuto” senza prospettive chiare.

Anche per il futuro economico mancano prospettive di medio-lungo periodo: la locomotiva industriale su cui si basava il primo piano urbanistico di Kessler è da tempo ferma e se ne smontano i pezzi; altre attività come quella turistica segnano il passo e con esso l’artigianato e l’edilizia che vi sono connessi; il terziario pubblico deve fare i conti con risorse calanti; gli sforzi di creare imprenditorialità in settori del “terziario avanzato” interessano pochi. L’agricoltura vive la crisi del latte. Valorizzazione di produzioni locali hanno successo, ma restano pur sempre insufficienti a creare una base economica adeguata. Molta cooperazione, specie nel settore del consumo e del credito, soffre crisi economica e di ideali.

E’ sentimento diffuso che questo stato di cose sia il riflesso locale di una crisi generale, che attraversa molta parte della società occidentale, quella che non è all’avanguardia nei processi di innovazione: la fabbrica del mondo è in Cina e in altri paesi asiatici, mentre la capacità di innovare, creando vantaggi competitivi basati sul miglioramento delle conoscenze scientifiche e tecniche, è in ristrette aree dell’Occidente.

Ci si dovrebbe, allora, consolare, vantando la buona amministrazione: onestà, competenza, orientamento al bene comune. E invece anche in Trentino emergono usi del potere politico-amministrativo che testimoniano la permeabilità dell’agire amministrativo agli interessi privati, particolaristici, connessi a amicizie, parentele, clientele. Forse il grado di permeabilità è minore che ad altre latitudini o forse le tecniche di mascheramento di tali interferenze sono più efficaci, come ci insegnano i paesi ritenuti più “corretti”. Basta aver vissuto un po’ di esperienza politica per accorgersi, però, che ovunque la competizione politica porta con sé lotta per appropriarsi della “rendita politica” (contratti, incarichi, cariche in enti e società para-pubbliche, cariche di mero prestigio), la quale viene distribuita in cambio di consenso politico, già avuto (ricompensa) o sperato (caparra). Sociologia e scienza politica lo attestano. E ciò vale anche in qualche misura nei momenti rivoluzionari dei “leoni”, oltre che, con maggior forza, in quelli delle “volpi” come chiamava Pareto i due diversi tipi di leader.

Il Trentino non ha più leoni, ma anche le volpi sono insufficientemente scaltre nel mascherare le loro trame, facendole apparire “buona amministrazione”, onesta, competente, solo orientata al bene comune. Viene il dubbio che di leoni non ne nascano perché la secolarizzazione e il relativismo etico hanno sterilizzato ideali forti e che manchi anche la capacità di avere chiaro cosa sia onesto o disonesto, ciò che sia utile alla comunità tutta, e quale sia la modalità più efficace di realizzarlo.
La sfida da affrontare è quindi prima di tutto culturale, etica e scientifica.

Struttura culturale diocesana a Trento e scelta di una coordinatrice di un dibattito sull’utero in affitto assai “comprensiva”

i giornali locali del 9 marzo scorso hanno dato ampio spazio a un’iniziativa di Religion today, la programmazione del film-documentario “Mother India” presso il Polo Culturale Diocesano di via Endrici, con successivo dibattito. Non sono andato a vedere il film dopo che ho letto che la conduttrice del dibattito, la ricercatrice Lucia Galvagni, nell’intervista che ha dato ai giornali, ha rilasciato dichiarazioni vicine alle tesi dei sostenitori dell’”utero in affitto”. Laureata alla Cattolica di Milano, è ricercatrice alla Fondazione Kessler.

Mi chiedo se tra le finalità del nuovo Polo Culturale Diocesano vi sia quella di farsi megafono di tesi etiche che contrastano in modo netto con il pieno rispetto della vita umana, dei figli e delle donne. La ricercatrice afferma che, dopotutto, in India “la maternità surrogata è diffusa da sempre, ed è largamente accettata” e questo non può che farci constatare come su questo punto “le culture hanno punti di vista molto diversi”. Non ammesso e non concesso che la capacità indiana “da sempre” abbia saputo compiere pratiche di fecondazione artificiale necessarie alla pratica della maternità surrogata (altra cosa cedere un proprio figlio- magari adulterino- al padre o ad altra famiglia, come in passato poteva essere accaduto, peraltro in gran segreto e di nascosto, per lo più da parte di madri povere), sorprende che si adotti un criterio etico totalmente relativista; ho conosciuto in Africa culture che avevano praticato e praticavano sacrifici umani e in Asia sud-orientale che avevano praticato il cannibalismo (con capanne che avevano all’esterno la gabbia per il nemico da mangiare). Credo che, almeno in ambito diocesano, chi guida i dibattiti debba saper giudicare eticamente anche le culture.

Ancora, la ricercatrice afferma che, sebbene ci siano posizioni diverse in materia, “non sembrino emergere reali problemi” dal fatto che i bambini, con la pratica dell’utero in affitto, siano cresciuti in unioni di persone o famiglie diverse da quelle del padre e della madre: quello che conta sarebbero “le interazioni interpersonali”. E’ esattamente la posizione dei sostenitori dell’adozione di figli da parte di coppie o singoli che ricorrono all’utero in affitto. La ricercatrice non spende una parola per giustificare tale affermazione conclusiva e tace sulle molte risultanze di indagini scientifiche che provano il contrario. Per la ricercatrice invitata a guidare il dibattito al Polo Culturale Diocesano non risulta neppure chiaro, secondo la bioetica, che un bambino abbia diritto a conoscere chi sono i suoi genitori biologici. La fecondazione assistita, afferma, “e’ un modo per aiutare le famiglie, come i “modi alternativi per procreare dei figli e trasmettere la vita”.

Non mi meraviglia che una ricercatrice, anche se laureata alla Cattolica e iscritta a un centro costituito in un’università cattolica gesuita di Washington, sostenga posizioni come quelle enunciate: rientra nella sua libertà. Mi meraviglia che una persona con tali posizioni etiche e culturali sia incaricata di guidare un dibattito in un ambiente diocesano e nell’ambito di un’iniziativa culturale che dalla diocesi ha sempre avuto sostegno. E’ stato voluto o è stato un infortunio? In entrambi i casi ai comuni membri della comunità cristiana non resta che tristezza.

PS Il responsabile del Polo culturale diocesano su Vita Trentina rifiuta critiche

utero in affitto e solidarietà: ma per chi?

Sul penultimo numero di Vita Trentina padre Livio Passalacqua, nella sua rubrica, affronta il tema dell’”utero in affitto”. Chiara la sua valutazione negativa della mercificazione della donna connessa alla pratica dell’affitto dell’utero per avere un figlio. La sua lucidità mi pare persa, però, se alla base della “gestazione per altri” vi sono motivazioni non venali. Vi sono casi che, per padre Passalacqua, inducono sentimenti di umana comprensione, che lo portano a riprendere quella frase del Papa in un’intervista, per la verità manipolata, sugli omosessuali: “chi sono io per giudicare?”, aggiungendo che al riguardo “individuare il confine tra il bene e il male oggettivamente è arduo”.

Ricordo come, quando in Parlamento venne discussa la legge sulla fecondazione artificiale, era chiaro che la fecondazione artificiale, secondo l’insegnamento della Chiesa, era moralmente un male, anche se omologa; che ora per padre Passalacqua non si possa dire “oggettivamente” un male la fecondazione artificiale eterologa accompagnata da uso di una donna come incubatrice suona quanto meno strano. Il “chi sono io per giudicare” può valere per la dimensione “soggettiva”; se viene usato anche, come egli scrive, per quella morale “oggettiva”, della “materia”, come si sarebbe detto una volta, contravveniamo all’insegnamento della Chiesa, che al riguardo si è chiaramente pronunciata.

Padre Passalacqua elenca casi nei quali la “comprensione”, l’astensione dal giudizio morale sulla “materia”, sono più appropriati della condanna anche solo sul piano “oggettivo”. Sorprende che nel descrivere questi casi, che per la verità mi appaiono tutt’altro che atti a giustificare la “pratica” (la gestazione surrogata per una sorella o una figlia, per pietà di una donna senza ovaie, per superare una urgenza economica drammatica, per superare la solitudine, per rendersi utile, per solidarietà con gli omosessuali, per generare senza dover poi tenersi il figlio con l’ansietà di doverlo crescere), mai padre Passalacqua metta nel conto il figlio, che viene generato violando i suoi diritti ad avere un padre e una madre veri, ad avere una sua identità non scissa e conoscibile. Tali diritti sono violati indipendentemente dalle motivazioni della maternità surrogata, siano esse accompagnate da pagamenti o da sentimenti. E ciò non mi pare fatto di poco conto per un giudizio. L’empatia che invoca padre Passalacqua non vale per il figlio?

PS Sull’ultimo numero di Vita Trentina padre Passalacqua ha risposto, preannunciando un chiarimento sulla sua posizione.

L’abito della festa

di il 8 Aprile 2016 in religione con Nessun commento

Lo osservavo le domeniche, ma la conferma avuta a Pasqua – distrazioni da sociologo nell’osservare l’abbigliamento delle persone che si recano a ricevere la comunione – suona a conferma forte: la festa religiosa non si distingue dalla ferialità. Quando ero ragazzo c’erano tre tipi di abbigliamento per le persone normali, lavoratori della terra o dell’industria: quello da lavoro, quello che a Primiero si chiamava “di plao” (non so come venga denominato in altri idiomi), ossia feriale non di lavoro, e quello della festa. Per i pochi del ceto impiegatizio l’abbigliamento di lavoro e quello di plao coincidevano. Ma il vestito della festa era qualcosa di diverso, di migliore.
Mio padre, per quello della festa, andava alla Dalsasso di Scurelle, in corriera, a comperare la stoffa e poi se lo faceva confezionare da un bravo sarto di Fiera di Primiero. Per gli altri abbigliamenti si affidava a vestiti già confezionati e di qualità minore.

Non si poteva andare in chiesa di domenica se non con il vestito migliore che si aveva. Se si fosse stati invitati dal Presidente della Repubblica, diceva mio padre, si sarebbe andati a visitarlo con il migliore degli abiti; ma il Dio che si andava a trovare in chiesa valeva ben di più del Presidente della Repubblica.

Oggi la maggior parte della gente, non solo i giovani, ma anche gli anziani, vanno in chiesa la domenica con i vestiti di tutti i giorni, con i vestiti feriali. Anzi, spesso peggio. In ufficio di giorno di lavoro si va vestiti meglio; la domenica ci si mette in libertà, si veste in modo informale: blue jeans, maglietta o camicia non eleganti, una giaccone da ginnastica, (quando non una tuta), scarpe da ginnastica.

Un tempo osservavo come si potesse notare il diverso livello di benessere di un paese dalla qualità media dell’abbigliamento usato la festa; ora non più. Rimangono isole dove l’abbigliamento della festa è ancora usato, anche in chiesa. L’ho visto in Austria e in Baviera, dove si usano ancora i costumi tradizionali. Da noi non più, neppure nella festa del patrono o nelle grandi feste, come la Pasqua. Solo i “sizzeri” o i gruppi folcloristici o le bande ricordano, dove e quando ci sono, la specialità della festa.

Eppure ci sono occasioni nelle quali ci si veste eleganti: se si va a teatro, a un ricevimento, a visitare un’istituzione che richiede l’abito formale ( es. Parlamento, Quirinale). Non è quindi una questione di gusto o di una questione economica, ma della testimonianza della secolarizzazione della domenica: non c’è nessuno di importante da incontrare. E se si crede di incontrare Dio in chiesa, ciò che conta è la sostanza, non la forma. E così si va vestiti alla buona, riservando il massimo di rispetto nel vestire ad altre occasioni sociali.

Sinceramente non mi pare un passo avanti; forse un’educazione religiosa anche in merito all’abbigliamento dei laici la domenica alla messa farebbe bene. In fondo i preti continuano a usare abiti (paramenti) da cerimonia: ci sarà pure un motivo, no? Che dietro alla forma ci sia anche sostanza?

Chiesa cattolica (Papa Bergoglio) e nullità del matrimonio: nuovo rito processuale o allargamento casi di nullità del matrimonio?

di il 25 Febbraio 2016 in famiglia, religione con Nessun commento

Sull’ultimo numero di Vita Trentina si dà notizia di una riunione di vescovi del Nord-est italiano per studiare la riforma, voluta da Papa Bergoglio, sui processi dei tribunali ecclesiastici in merito alla nullità dei matrimoni celebrati in chiesa. Non è dato sapere se i vescovi siano entrati nel merito delle nuove norme. Da quanto ho potuto leggere, oltre a una semplificazione delle procedure, si sono specificate cause di nullità del matrimonio come sacramento che si prestano a facili strumentalizzazioni. Tra esse quelle che mi hanno colpito di più sono la “mancanza di fede” di uno dei coniugi, ancor più la non piena consapevolezza di che cosa sia un sacramento e il perdurare di una relazione extraconiugale all’atto del matrimonio. E’ a tutti ovvio come si possa sempre dire, da parte di uno dei contraenti matrimonio, che in chiesa per il matrimonio ci è andato per far contento l’altro coniuge, si può sempre dimostrare che non si è esperti in teologia dei sacramenti e si può trovare un’amico/a che testimoni di aver avuto una relazione con uno dei coniugi anche all’epoca del suo matrimonio.
Non ho la competenza sufficiente per dare un giudizio sulle condizioni affinché il sacramento del matrimonio sia valido e certamente Papa Bergoglio, gesuita, ne sa. Quello che mi fa più problema è trasferire la pronuncia di nullità del sacramento alla nullità del matrimonio. Questo ha un suo fondamento naturale, richiamato anche da Gesù quando disse a proposito del divorzio concesso da Mosè che “all’inizio non fu così”. Se un consenso dato in chiesa non aveva le condizioni per essere considerato “sacramento”, non per questo non non può essere considerato valido come impegno sul piano della natura, della creazione, che non richiede competenze teologiche cristiane, né fede cristiana. Come, allora, può essere dichiarata la nullità del matrimonio? Si dovrebbe dichiarare solo la nullità del sacramento “matrimonio”, senza implicazioni per lo stato civile. Invece la pronuncia del tribunale ecclesiastico sulla nullità, dichiara nullo non solo il sacramento, ma proprio il matrimonio come tale e, in virtù delle norme concordatarie, tale pronuncia ha conseguenze civili, addirittura peggiori, se non erro, della pronuncia di un divorzio, in quanto la nullità decorre dall’inizio della vita comune e quindi priva il coniuge dichiarato “nullo” ossia “mai stato coniuge” dalle tutele date al divorziato. Era solo una coppia di fatto, priva tra l’altro delle garanzie pattizie di natura privata che questa può darsi.
Sui media si è parlato a proposito delle nuove norme ecclesiastiche di “divorzio cattolico”; certamente non lo è in “teoria”; di fatto lo può diventare per la facilità di dichiarare nullo un matrimonio: un solo grado di giudizio, per di più con procedura accelerata e facilità di motivazione.
I vescovi triveneti hanno detto qualcosa al riguardo?

Controlli frontiere interne tra paesi europei: sbagliato drammatizzare

di il 25 Febbraio 2016 in migrazioni con Nessun commento

(lettera al Direttore de l’Adige)
Caro Direttore,
il suo editoriale di domenica scorsa 14 febbraio lancia un grido di forte allarme per il futuro dell’Europa: il ripristino dei controlli dei flussi di persone ai confini tra gli stati dell’Unione (per la precisione, tra gli stati che hanno sottoscritto l’accordo di Schengen, alcuni dei quali non fanno parte dell’Unione Europea, mentre altri che ne fanno parte non sono nell’area Schengen) darebbe un colpo destabilizzante alle fondamenta dell’Europa.
Concordo con le preoccupazioni, ma mi chiedo se il considerare tale ripristino un effetto devastante per l’Unione Europea non produca effetti opposti a quelli intesi da chi lancia l’allarme. Non li produrrebbe se vi fosse una risposta degli stati che consista in una cessione di sovranità all’Unione per quanto concerne il controllo dei confini esterni. Dubito fortemente che ciò possa accadere nel volgere di pochi mesi. Gli stati non hanno voluto cedere sovranità (vale a dire accettare decisioni europee a semplice maggioranza degli stati e del parlamento europeo) in settori come le politiche di difesa e di politica estera o nelle politiche fiscali; che lo facciano per il controllo dei loro confini mi sembra difficile: ciò presuppone che l’Unione Europea si trasformi in vero e proprio Stato (federale o federazione), ma i tempi non mi paiono propizi e in ogni caso sarebbero lunghi.
Pertanto non resta, a mio avviso, che accettare il ripristino dei controlli statali, pur sapendo che è un arretramento nel processo di unificazione europea, senza connettere a tale ripristino l’idea che si vada verso la fine dell’Unione Europea. Chi non è giovanissimo certo si ricorda dei controlli alle frontiere: scomodi, ma certo allora non si pensava che la realizzazione dell’Unione europea fosse impedita da tali controlli. Contavano di più altri “abbattimenti” di barriere, come quelle doganali. Un passo indietro non può far ritenere che tutto il percorso, dagli anni Cinquanta in poi, sia vanificato. Del resto controlli dei documenti e dei bagagli si fanno ovunque anche in altri “check point”, come gli aeroporti, anche per voli interni, ma nessuno fa discendere da ciò conseguenze catastrofiche: solo un costo in termini di tempo per avere più sicurezza. Possiamo ricordare come nel Medio Evo i tanti controlli e dazi tra feudi, anche piccoli, non precludeva l’esistenza di potenti organizzazioni statuali regionali, nazionali e imperiale (europea).
Anche la collaborazione tra entità regionali poste in stati diversi (le euro-regioni) è stata inaugurata oltre cinquant’anni fa, quando i controlli ai confini tra stati venivano fatti. Si pensi per la nostra area all’Euregio , ad Arge Alp e Alpe Adria. Certamente gli abitanti di lingua tedesca dell’Alto Adige-Suedtirol vedono ridare operatività a una frontiera che divide il Tirolo storico; il filo di seta del Brennero diventa un “filo di ferro” e ciò pesa anche simbolicamente, ma è la stessa “potenza tutrice”, l’Austria, a porlo, per una sua tutela. I rapporti tra Alto Adige- Suedtirol e Austria erano divenuti sempre più intensi anche quando l’Austria non era nella Comunità Europea ed esistevano controlli ai confini. L’Accordino stabiliva un’area di scambi agevolati transconfinari sin da dopo la seconda guerra mondiale. E poi esistono modi e modi di fare i controlli: quelli alle frontiere stradali tra gli allora “stati socialisti” dell’Est Europa duravano anche mezze giornate; quelli tra Italia e Austria (e poi anche tra Italia e Jugoslavia) consistevano in un semplice rallentamento per consentire alla polizia di frontiera uno sguardo. Forse a ciò ha pensato anche il Capo del governo austriaco in visita a Roma, quando ha assicurato che il regime dei controlli verrà concordato con l’Italia e le realtà provinciali di confine (Nord-Tirolo e Alto Adige-Suedtirol in particolare).
Pensare a un diritto universale alla libera circolazione delle persone è un’utopia irrealistica; gli uomini si organizzano in comunità politiche, che, per assicurare una vita interna ordinata e avere capacità di governo, debbono poter controllare i confini. E controllare i confini vuol dire applicare dei “filtri” che separano chi può passare e chi no. Finché sono gli stati la forma più forte di organizzazione politica, non può che dipendere da essi il regime delle loro frontiere. Giustamente Lei invoca un passo avanti nel rafforzare come “stato” l’Unione europea; ciò che mi sembra meno produttivo è alimentare l’idea che l’Unione Europea sia in fallimento perché si sta facendo un passo indietro. E’ solo un passo indietro di un percorso di molti passi.
Cordiali saluti,
Renzo Gubert

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